I corridoi del mercato Trionfale semi-vuoti di venerdì mattina. Un'Audi nel parcheggio di un discount.


Un pensionato che compra un hamburger dal macellaio e gli chiede di dividerlo in due, per mangiarlo con la moglie. Il pane del giorno prima, comprato a metà prezzo. Le verdure e la frutta un po' vecchie, in bella vista in offerta.

Sono istantanee dall'Italia con l'inflazione a due cifre. Ognuno ha la sua strategia per far fronte ai rincari. Per la fruttivendola del mercato Daniela non è più tempo di grandi spese settimanali.

"Lavoriamo pochissimo, si compra giorno per giorno per evitare sprechi. Io stessa prima acquistavo i detersivi tre a tre, ora aspetto che finisca un flacone per ricomprarlo".

"Lo ha mai visto il mercato deserto prima del fine-settimana? Prima il Covid, ora questo, stavolta non lo so se ci rialziamo", confida.

Il fornaio Alessio racconta che "c'è qualche cliente in meno, ma soprattutto una spesa più mirata al necessario: pane e qualche pezzo di pizza. Ormai vendiamo pochissima pasticceria, se ne fa a meno".

Non sono cambiati solo gli acquisti ma anche il clima, lamenta il macellaio, qualche banco più in là. "Le persone hanno paura di spendere, partono prevenute, non si fidano. Dicono che è aumentato tutto ma non siamo noi ad avere alzato tanto i prezzi, non hanno visto quanto costa il gasolio? Vediamo se ora col nuovo governo cambia qualcosa", dice.

Poco distante, una signora ha appena fatto la spesa in un discount e la sta caricando nel bagagliaio di un'auto elegante. "Prima compravo senza guardare i cartellini ora, con queste bollette e questi rincari, non si può più. Faccio una spesa più diversificata, frutta e verdura al mercato, il resto qui. Ci metto più tempo ma risparmio. Solo la carne preferisco non prenderla al discount, abbiamo una seconda casa in Umbria e di solito la compro lì che è più buona e costa meno".

Al supermercato i carrelli sono meno pieni, i grandi marchi vengono traditi per i prodotti in offerta o i marchi del distributore, vanno forte i prodotti vicini alla scadenza, che sono venduti a prezzo ridotto.

"La fedeltà alla marca alla 'io lavo sempre con lo stesso detersivo' è un po' venuta a mancare e si vanno a pescare le offerte", spiega la presidente di Fida - Federazione Italiana Dettaglianti dell'Alimentazione e vicepresidente di Confcommercio, Donatella Prampolini.

"Gli italiani sono professionisti della spesa e già da quest'estate hanno tirato fuori il manuale di sopravvivenza per tempi difficili come questi", dice il direttore dell'ufficio studi di Coop, Albino Russo.

Ma mentre la classe media può ricorrere alla strategia delle tre R, rinvio delle spese superflue, riduzione degli sprechi e risparmio, "c'è un'ampia parte della popolazione, del 15-30%, che è già o rischia di scivolare nella povertà alimentare", osserva Russo.

In coda per i pacchi alimentari della Comunità di Sant'Egidio, a Tor Bella Monaca, ci sono famiglie con bambini piccoli, disoccupati e pensionati. "Prendo una pensione di 400 euro. Togli la bolletta, togli le spese e come fai?", si lamenta un'anziana.

Una ragazza è in fila con il bambino di 8 mesi: "lavora solo mio marito, fa il muratore con le corde, prende 1.200-1.300 euro. Abbiamo grandissimi problemi di soldi, dopo l'affitto e le spese fisse, a volte ci restano 40 euro per mangiare".

"Sono inabile al lavoro e ho solo 320 euro di reddito di cittadinanza, manco a metà mese ci arrivo", è l'amaro bilancio di un disoccupato.