Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha parzialmente annullato l'ordinanza di custodia cautelare a carico di Maurizio Abate, ex agente della polizia stradale, arrestato per l'assassinio di Lisa Gabriele avvenuto nel gennaio del 2005 a Montalto Uffugo (Cosenza).

Per Abate resta confermato un secondo capo d'imputazione, cessione di sostanza stupefacente, per il quale resta in carcere, ma decade quello per omicidio.

"Il capo di imputazione per il quale Abate resta in carcere è slegato dalla vicenda della morte di Lisa Gabriele, ed è stato accertato incidentalmente attraverso le intercettazioni ambientali e telefoniche" ha spiegato l'avvocato Marco Facciolla, difensore di Abate, assieme al collega avvocato Francesco Muscatello.

"Non abbiamo ancora le motivazioni del Tribunale del Riesame - ha aggiunto il difensore - ma evidentemente sono state accolte alcune nostre richieste basate su delle criticità sollevate con dovizia di particolari sia in merito alle cause della morte di Lisa Gabriele, che sull'attendibilità delle fonti. Per come è prospettata l'ipotesi accusatoria è palesamene indiziaria, ma ci riserviamo di leggere le motivazioni del tribunale".

Il corpo della 22enne Lisa Gabriele fu trovato in un bosco con accanto degli psicofarmaci, delle bottiglia di whisky e un biglietto di addio. A seguito della riapertura del caso, nel 2018 dopo un esposto anonimo presentato alla Procura della Repubblica di Cosenza, l'esame autoptico stabilì che la giovane non aveva bevuto e non aveva assunto farmaci o droga ma sarebbe stata soffocata, forse con un cuscino, in un altro luogo e poi portata nel bosco.

Abate, secondo l'accusa, aveva una relazione con Lisa Gabriele che intendeva lasciare in concomitanza con la nascita del figlio avuto dalla moglie. La giovane, però si sarebbe opposta con tutte le sue forze alla fine della relazione.