Arrivato il primo team di medici cubani in Calabria, come previsto dall'accordo siglato dalla Regione con lo scopo di rafforzare gli organici degli ospedali calabresi. Il primo contingente - composto da 52 medici dei 500  - è atterrato nel tardo pomeriggio di ieri presso l'Aeroporto di Lamezia, per raggiungere - successivamente - Cosenza. Sarà proprio nella città bruzia che i sanitari sosterranno un periodo di formazione - erogato dall'Unical, per perfezionare la lingua e per uniformarsi correttamente alle procedure cliniche italiane. 

I medici cubani prenderanno servizio nel corso delle prossime settimane a Reggio Calabria e provincia, più precisamente sedici di loro saranno collocati nel Presidio ospedaliero di Locri, altri sedici a Polistena, dieci a Gioia Tauro e dieci a Melito Porto Salvo. L' incarico previsto è della durata di sei mesi - eventualmente prorogabile - e verranno contrattualizzati dalle Aziende del Sistema sanitario regionale nella forma del contratto libero professionale secondo le procedure previste dalla normativa vigente sulla base delle tariffe medico professionali e sulla base del calcolo dell’attuale regime impositivo e del calcolo effettuato per costi assicurativi e oneri connessi, secondo le normative e i prezzi correnti in Italia, secondo quanto si legge nello schema di contratto, allegato al decreto del commissario. 

Nella giornata sarà previsto l'incontro nella sede del Governo regionale alla Cittadella di Germaneto con il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, per stabilire quali saranno gli ospedali in cui verranno locati i medici, laddove è necessario un intervento più tempestivo a causa della mancanza di organico.

Le polemiche

Non poche le polemiche sollevate a seguito dell'accordo siglato dal Presidente della Regione Calabria. Roberto Occhiuto - infatti - ha dovuto, più volte, difendersi pubblicamente dalle accuse rivolte alla decisione presa in merito all'assunzione di medici cubani, poiché tale accordo avrebbe "tolto il lavoro ai calabresi e agli italiani" asserendo:

«Abbiamo fatto decine di concorsi e di avvisi – scrive Occhiuto - ma non sono arrivate le risposte che auspicavamo: pochissimi candidati che poi non si presentavano alle prove, procedure andate deserte, tantissimi posti rimasti vuoti, vincitori che poi si rifiutavano di prendere servizio. Ne cito alcuni. All’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria abbiamo indetto un concorso per 8 posti a tempo indeterminato in medicina chirurgia accettazione emergenza: tutti i candidati non erano in possesso dei requisiti richiesti nel bando. Sempre all’Asp di Reggio Calabria abbiamo fatto un concorso per posti a tempo indeterminato in anestesia e rianimazione: i candidati non si sono presentati alle prove».