Sono circa 60 i comuni della provincia di Catanzaro che hanno sottoscritto il documento contro l'autonomia differenziata che è stato consegnato, in maniera simbolica, al prefetto del capoluogo calabrese Enrico Ricci.


Il testo consegnato parla di "rottura dell'unità della Repubblica" e di indebolimento "dell'eguaglianza dei diritti, con conseguenze devastanti per la scuola, la sanità, le politiche ambientali ed energetiche, i beni culturali, lo sviluppo delle infrastrutture e finanche per i contratti nazionali di lavoro".

 

Portavoce della delegazione di primi cittadini il sindaco del capoluogo di Provincia Nicola Fiorita che ha parlato "della forza dell'iniziativa che risiede proprio nei numeri, perché la maggior parte dei sindaci della provincia di Catanzaro - ha detto - ha sottoscritto il documento di rifiuto netto e radicale al progetto di autonomia differenziata.

 

Riteniamo che il progetto mini l'unità della Repubblica e metta a repentaglio l'eguaglianza dei diritti frantumando quella solidarietà che tiene insieme ogni comunità".


 

Un progetto che secondo i sindaci è "dichiaratamente a favore di una parte del Paese e per questo inaccettabile, tanto più che la parte del Paese svantaggiata siamo noi - dice Fiorita - e tutto il meridione.

 

Dopo la sottoscrizione abbiamo deciso di intraprendere altre iniziative come quella di oggi che prevede la consegna del documento al Prefetto di Catanzaro in maniera simbolica per rilanciare un percorso che mira ad arrestare una riforma che riteniamo sbagliata".


 

Per il sindaco di Catanzaro "è paradossale che una forza di destra come Fratelli d'Italia che ha sempre avuto a cuore il sentimento nazionale, oggi acconsenta a porre in essere un atto che umilia quel sentimento nazionale in maniera mai vista prima.

 

Io appartengo ad una generazione nuova che rifiuta l'idea dell'assistenzialismo e che ha tutte le intenzioni di competere con le altre parti del Paese. Non ho timore di giocare una partita con una squadra più forte, ma voglio partire dallo zero a zero.

 

Facendo una metafora calcistica, se si parte dal tre a zero e in quel caso l'Atalanta (Calderoli è di Bergamo), vuole scegliere anche l'arbitro, mi pare che non sia una competizione equa".