Il Lanificio Leo di Soveria Mannelli, la più antica fabbrica tessile calabrese che conserva attivo un monumentale parco macchine di fine ottocento. Fon data nel 1873, oggi rappresenta uno dei casi più significativi di azienda-museo in cui logiche di produzione design-oriented e valori legati al patrimonio industriale si integrano in un modello di management che coniuga il fare impresa con gli strumenti della cultura.

 

 

Questo singolare approccio, ha permesso all’impresa di vincere il premio Cultura di Gestione.
Poco prima dell’inizio del nuovo lockdown, ha fatto visita al museo Franco Laratta, già parlamentare della Repubblica: “con oltre 130 anni di attività, il Lanificio Lei è un’azienda-museo unica nel suo genere.
Il monumentale parco macchine annovera pezzi tutti perfettamente funzionanti, che vanno dal 1890 al 1965. Dovrebbe diventare un Museo di rilievo nazionale”!

L’azienda museo esplica, in oltre 1000 mq, un ciclo produttivo chiuso: dalla trasformazione della lana in filo alla tessitura sia a licciate che jacquard, dal finissaggio alla confezione.

L’azienda, inoltre, conserva una preziosa collezione composta da oltre 200 calchi ottocenteschi, intagliati a mano nel legno di pero, con cui ancora oggi si realizza il processo della stampa handmade a ruggine.
Molto importante il ruolo che svolge il creative director Emilio S. Leo, innamorato di questa bella e unica storia fatta di tradizione, cultura, innovazione. Una sfida non facile, ma veramente riuscita.
Chi va a visitarlo deve dare un’occhiata attenta all’ala di produzione moderna, dove le tecnologie più innovative consentono una produzione al passo con i tempi, ma sempre all’insegna della qualità e del valore.