Riceviamo e pubblichiamo

 

Le due recenti operazione “Uomini e Caporali” condotta dal Commissariato di Polizia di Paola sotto  l’attenta guida del Vice-Questore Dr. Zanfini, e l’operazione “Demetra” condotta dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento della procura di Castrovillari, proiettano l’ennesimo identico film  della vergognosa piaga del caporalato che anche in Calabria impone le sue regole sotto gli occhi di molti. Una piaga a cui sono esposti tutti, lavoratori agricoli italiani, neo comunitari ed extracomunitari.
Una piaga che, andando oltre la semplice violazione di legge, sconfina nella profonda disumanità con cui vengono trattati gli operai agricoli, soprattutto se stranieri, che spesso costituiscono l’ultimo anello di una catena, con prevaricazioni fisiche e psicologiche.
Pensiamo solo alle condizioni di lavoro di alcuni immigrati del Bangladesh sottoposti a turni anche di 26 ore con una paga di 1,50 euro all’ora, costretti a mangiare a terra a poca distanza dagli italiani che invece potevano sedere ad un tavolo, mentre erano costretti a vivere ammassati in alloggi piccoli, fatiscenti, con servizi igienici rotti o carenti.
Sono pratiche a cui, purtroppo, ricorrono molte aziende agricole, spesso anche ben strutturate, che non si fanno scrupoli nello sfruttare, direttamente o indirettamente, il lavoro bracciantile, arrivando in molti casi a schiavizzare centinaia di lavoratori con l’aggravante della pregiudiziale razziale. Con salari che sono fino a 3 - 4 volte inferiori a quelli contrattuali si instaura una diffusa gara al ribasso su costi e tutele che, travolgendo migliaia di lavoratori, troppe volte in nero o precari, allarga le sacche della povertà estrema, sia in termini di redditi da lavoro che pensionistici
L’esistenza stessa di queste ignobili situazioni minano la coesione sociale, proiettano un’ombra nera sull’agricoltura e sul lavoro agricolo di qualità, impongo forme di concorrenza sleale ai tanti imprenditori agricoli che rispettano leggi e contratti e alimentano l’evasione fiscale.
Sono trascorsi circa 4 anni dall’entrata in vigore della Legge 199/2016 che ha introdotto disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura. Una legge fortemente voluta dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori agricoli, ma che ancora in molti trovano conveniente ignorare o far ignorare.
Pertanto, esprimiamo il nostro plauso agli uomini della Guardia di Finanza ed all’ottimo lavoro del Dr. Zanfino alla guida del Commissariato di Paola, certi che gli sforzi delle forze dell’ordine debbano essere sempre sostenuti, anche con l’applicazione della legislazione in maniera sempre più stringente in tema di diritti del lavoro e della legalità, guardando anche alle esperienze positive di altre regioni del mezzogiorno che si rivolgono all’intermediazione trasparente svolta dalle ApL.
Ma occorre una corale assunzione di responsabilità che parta dalla consapevolezza che fenomeni inaccettabili come questo meritano la massima attenzione delle istituzioni perché riportano a tempi che credevamo ormai passati e a forme di schiavismo non degne delle nostre moderne società civili.

Segretario Generale UILA Cosenza

Antonio De Gregorio

 

Segretario. Generale UIL TEMP Cosenza

Gianvincenzo Benito Petrassi