C’era una volta e, purtroppo, non c’è più: del presepe identitario che ogni anno veniva arricchito di nuovi particolari, scorci e monumenti del centro storico, da riconoscere tra i simboli e le figure della Natività, resta il ricordo e la suggestione dello stupore che riusciva ad evocare.

Oggi, bisogna avere la fortuna di transitare per piazza Santi Anargiri e piazza Steri nel momento giusto, per poter godere dello spettacolo delle luminarie proiettate sul Palazzo di Città e sulla Torre dell’Orologio; perché tutto dipende da una connessione Wi-Fi ballerina che rende questa atmosfera, per così dire, intermittente.

 

 

 

 

 

A farsi portavoce del malcontento diffuso tra i cittadini residenti e di quelli che amavano recarsi nel centro storico per vivere l’emozione delle Feste, oggi profondamente delusi per l’approssimazione delle iniziative promosse per incentivare la fruizione della Città Alta, è il consigliere comunale Adele Olivo.

L’Esecutivo Stasi – sottolinea – è stato capace di cancellare anche questa tradizione, quella delle feste da vivere nel cuore di un centro storico che ha perso la sua luce ed il suo calore e che sopravvive nella totale desolazione, proprio come quelle luci che si accendono a singhiozzo e come quei mercatini che nonostante il valoroso impegno delle associazioni, si sono rivelati deludenti: 4 bancarelle allestite in altrettante tendopoli e poche persone intorno.

Anche i presepi nelle chiese, non sempre aperti, non rappresentano una scelta felice: il più delle volte restano chiuse al pubblico.

 

Conosciamo già le probabili risposte: o sarà colpa del Covid oppure siamo noi consiglieri d’opposizione a voler essere, ad ogni occasione, critici e distruttivi.

Quando invece – prosegue la Olivo – è proprio il contrario. Vogliamo essere costruttivi per dare a questa città l’opportunità di essere attrattiva e viva.

 

 

 

 

Ci auguriamo che possa essere corretto il tiro prima che vengano vanificati gli sforzi di chi ha deciso di rimanere ed investire nel centro storico.