La Cina potrebbe aver già superato il picco dell’epidemia di Covid-19, esplosa dopo tre anni di rigida politica ‘zero-Covid’: circa la metà delle grandi città dovrebbe aver raggiunto il massimo numero di contagi tra metà e fine dicembre 2022, mentre la maggior parte delle altre ha superato la stessa fase a inizio gennaio.


 

Lo afferma un modello matematico elaborato con i pochi, e non sempre affidabili, dati a disposizione, basati sul numero di infezioni della fine del 2022 e sui viaggi effettuati tra le città. Lo studio, messo a punto dall’Università britannica di Southampton, sottoposto alla rivista Nature, ma non è ancora pubblicato né passato al vaglio della comunità scientifica.

I ricercatori guidati da Shengjie Lai hanno simulato l’andamento delle infezioni in diverse regioni della Cina, combinando le informazioni sulle modalità di diffusione del virus relative ai mesi di ottobre e novembre con quelle sugli spostamenti.



I risultati indicano che il picco dovrebbe essere  già raggiunto nella maggior parte del Paese, un dato che trova riscontro anche nel numero di ricerche online per termini chiave come ‘febbre’ e ‘Covid’ fatte sul motore di ricerca cinese Baidu.


 

Di conseguenza, secondo Lai, l’allarme sui festeggiamenti del capodanno cinese, che vedranno il culmine il prossimo 22 gennaio, è probabilmente eccessivo, visto che il virus si è già ampiamente diffuso anche nelle aree rurali.

 

Le stime fatte da Lai e colleghi non convincono tutti gli esperti: un altro modello pubblicato lo scorso 15 dicembre, fatto da Christopher Murray e colleghi all’Istituto americano per la metrica e la valutazione della salute di Seattle, suggerisce invece che il picco dell’epidemia potrebbe arrivare molto più tardi, nel mese di aprile.


 

Una stima che non vede d’accordo l’epidemiologa Jodie McVernon, dell’Istituto australiano Doherty, la quale afferma che è improbabile che la fase acuta arrivi così tardi, data la rapidità con cui si diffonde la variante Omicron.