Calano per il sesto mese consecutivo i prezzi mondiali dei generi alimentari, registrando a settembre -1,1%, ma rimangono superiori del 5,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A confermarlo è il nuovo indice Fao nel precisare che il mese scorso le brusche flessioni delle quotazioni del 6,6% degli oli vegetali, il livello più basso mai osservato dal febbraio 2021, hanno più che controbilanciato il rincaro dei cereali.

A scendere, fa sapere la Fao, sono gli oli di palma, soia, semi di girasole e colza

Rispetto ad agosto, l'Indice dei prezzi dei cereali è invece cresciuto dell'1,5%; in particolare il grano ha guadagnato il 2,2%, complici i timori legati alla siccità in Argentina e negli Stati Uniti e il rapido incremento delle esportazioni dall'Ue a fronte di un'elevata domanda interna. I prezzi globali del mais sono rimasti perlopiù stabili. In aumento del 2,2% tutte le varietà di riso, in risposta alle nuove politiche di esportazione in India e ai timori legati alle gravi inondazioni in Pakistan. L'Indice dei prezzi scende dello 0,6%, invece, per i prodotti lattiero-caseari soprattutto per effetto dell'indebolimento dell'euro nei confronti del dollaro, nonché delle incertezze del mercato e delle fosche prospettive di crescita economica a livello globale. Segno meno dello 0,5% anche per la carne, in particolare per quella bovina e per il pollame, mentre sale per la suina. Battuta d'arresto anche per il prezzo dello zucchero (-0,7%) per una combinazione di buone prospettive di produzione in Brasile, associate a una flessione dei prezzi dell'etanolo.

 

Stime ribassate per la produzione dei cereali (-1,7%)



Ancora in ribasso le previsioni relative alla produzione mondiale di cereali per il 2022 attualmente misurata in 2 768 milioni di tonnellate, pari ad una flessione dell’1,7% rispetto al 2021. Il dato emerge nell’ultima edizione del bollettino Fao sull’offerta e la domanda dei cereali, secondo il quale la produzione mondiale di cereali secondari è stimata in 1.468 milioni di tonnellate, è data in calo del 2,8% su base annua. Per quanto riguarda il riso, si prevede una produzione di 512,8 milioni di tonnellate che, pur essendo in calo del 2,4%  rispetto ai livelli record del 2021, è ancora al di sopra della media.. Ritoccate, invece, verso l'alto dell'1% le stime del grano, calcolando un volume di  t87,2 milioni di tonnellate; si tratterebbe di un nuovo record di produzione, reso possibile da raccolti più abbondanti del previsto nell’Ue e nella Federazione russa.

Quanto alle previsioni sull’utilizzo di cereali a livello mondiale nel 2022/2023 si prospetta un calo dello 0,5% rispetto alla precedente stagione dovuto a una diminuzione dell’utilizzo di mangimi. Segno meno anche per le scorte (-1,6%) rispetto all'inizio dell'anno. Di conseguenza, nel biennio si avrà un decremento del rapporto mondiale tra riserve e utilizzo di cereali, che dal 31% dello scorso anno, scenderà a 29,7%, un livello comunque ancora relativamente alto. A scendere sono anche gli scambi commerciali mondiali  (-2,4%), a cui avrebbero contribuito  le conseguenze della guerra in Ucraina e il rafforzamento del dollaro statunitense.