Le nuove normative parlano chiaro: il virus è ancora in circolo e sta propagando in maniera sempre più aggressiva. Dopo quasi due anni di pandemia, è anche lecito che la popolazione fatica ad attenersi alle regole vigenti, ed anche per questo è stata integrata, con il nuovo decreto di Natale, l’utilizzo obbligatorio, in determinate casistiche, della mascherina FFP2, per aumentare ancor di più, il grado di sicurezza di quei luoghi in cui, spesso, l’assembramento non è evitabile.

Il Comitato Tecnico Scientifico ha condiviso a pieno la sostituzione delle mascherine chirurgiche con questo tipo di dispositivo di sicurezza, garantendo la protezione soprattutto nei luoghi chiusi, in cui il virus circola in maniera più espansiva.

Ma cosa la differenzia dalla normale mascherina chirurgica?

Innanzitutto, la sigla FFP si riferisce al termine inglese "filtering face piece", ovvero “maschera filtrante”. Essa, infatti, è in grado di proteggere da fumi e aerosol inalabili, che potrebbero compromettere la salute di chi le respira. Proprio per questa sua funzione, è obbligatoria in quei luoghi di lavoro in cui viene superato il limite di esposizione occupazionale.

La FFP2, indicata dalla normativa, permetterebbe il filtraggio di particelle anche molto piccole, fino a 0,6 μm, consigliando un utilizzo massimo di 7/8 ore per evitare possibili difficoltà al sistema respiratorio.

Ovviamente, per essere certi del corretto filtraggio della mascherina, bisogna stare attenti alle certificazioni al loro interno. Esse, infatti, devono rispettare il regolamento UE 2016/425, in cui il produttore deve garantire che il dispositivo di sicurezza rispetti i requisiti della norma tecnica EN 149:2001, in modo che può certificare il prodotto con il marchio CE, inserito all’esterno o all’interno della mascherina.

Un giusto utilizzo di questo dispositivo di sicurezza, potrebbe arginare il fenomeno del contagio in luoghi chiusi e in luoghi in cui crea inevitabilmente l’assembramento, come mezzi di trasporto pubblico, uffici pubblici, piazze, centri commerciali.