Scende sotto quota 300 euro al MWh il gas ad Amsterdam in apertura di seduta. I contratti futures sul mese di settembre cedono il 13,03% a 295,01 euro al MWh. Il governo ha fatto partire una prima complessa ricognizione per il reperimento dei fondi da utilizzare per i nuovi aiuti alle famiglie ed alle imprese contro il caro energia.

Una partita difficile e piena di incognite perché al momento, si spiega in ambienti dell'Esecutivo, non c'è ancora una idea precisa su come recuperare i soldi necessari dopo un intervento pesante fatto con il decreto aiuti bis di oltre 14 miliardi di euro. Sicuramente non si interverrà con uno scostamento.

Ci sono due parametri da valutare: il costo delle bollette e le modalità del loro pagamento, e qualsiasi intervento riguarderà comunque il quarto trimestre dopo le misure di calmierazione decise nei precedenti provvedimenti.

La situazione drammatica delle imprese, che si stanno mangiando i loro ricavi per far fronte alle spese, e la necessità di andare in soccorso a chi, tra i cittadini, non è più in grado di sostenere i costi è una priorità nazionale.

Per questo, si stanno esaminando tutti i possibili interventi, d'intesa con gli operatori del settore. Ma che si possa definire qualcosa entro la prossima settimana sembra molto complicato. Il governo è pronto a valutare anche le proposte che vengono dalla politica, ma ipotizzare da ora interventi massicci non è possibile. Anche se alcune idee cominciano a girare.

Sul credito d'imposta per le imprese energivore e gasivore, che è in vigore fino a settembre, si valutano due ipotesi: o la proroga fino al termine dell'anno o un aumento dell'aliquota. Probabilmente saranno prorogati gli sconti sui carburanti in scadenza il 20 settembre, mentre ci sarebbero diversi dubbi, anche di carattere tecnico, sulla possibilità di un intervento per la cassa integrazione a favore dei lavoratori delle imprese che devono fermare o ridurre la produzione a causa del caro energia. Sul versante delle famiglie potrebbe essere potenziata la rateizzazione delle bollette.

Una certezza è che si dovranno aspettare i dati agosto sul gettito fiscale. Pesa sicuramente la situazione macroeconomica internazionale, con la Germania in fase recessiva (-0,6%) insieme a Usa e Gran Bretagna.

E una Italia invece in crescita (con un +1), una sorta di isola felice, si ragiona sempre in ambienti dell'Esecutivo nello spiegare la situazione generale, anche al di sopra delle aspettative. E se Roma dovesse utilizzare lo strumento dello scostamento in una fase di crescita, è uno dei timori, i mercati non lo capirebbero.

Tenendo anche conto delle operazioni precedenti con interventi totali già effettuati su questo fronte di 48 miliardi, tutti autofinanziati: il valore di due manovre, si ragiona ancora, fatte in tempi normali, al quale si dovrà aggiungere la legge di bilancio di ottobre che dovrà essere varata dal governo che entrerà in carica dopo le elezioni. Troppe criticità per i mercati, già preoccupati per le difficoltà che l'Italia potrebbe avere a restituire il debito.

Resta il fatto che per soddisfare le richieste e le aspettative dei partiti servirebbero almeno una ventina di miliardi aggiuntivi, si stima a spanne, e le nuove entrate tributarie - anche queste al momento sono stime approssimative - potrebbero assicurare, forse, solo alcuni miliardi. Troppo poco per definire un progetto di aiuti articolato e consistente.

Sullo sfondo, tra le ipotesi, c'è ancora chi insiste sull'aumento della tassa sugli extraprofitti delle imprese dell'energia. Una ipotesi che rimane comunque una strada piena di ostacoli.

Altri ragionamenti riguardano l'eventuale contenitore delle nuove misure. Si parla di un nuovo decreto ma anche di un emendamento proprio al dl aiuti bis che dovrebbe arrivare in Aula al Senato, per la conversione in legge, il 6 settembre.