Cosenza ai vertici nazionali della classifica del carovita: è ciò che emerge dai dati drammatici stimati dell’Ufficio studi dell’Unione nazionale consumatori sulle rilevazioni dell’Istat a settembre, che posizionano la città bruzia tra le più care in Italia.

Per quanto avesse
già vinto questo triste primato a luglio e agosto, ad oggi cibo e bevande segnano un ulteriore rialzo pari al 16%, nonché 1.034 euro in più per una famiglia media in termini di aumento del costo della vita. Stesso discorso vale per la ristorazione: i ristoranti, bar e pizzeria di Cosenza rincarano rispetto al 2021 del 9,9%, a fronte di un’inflazione annua pari, per l’Italia, ad un aumento del 5,9%.

Uno scenario raccapricciante che vede i diagrammi sfalsati dei ribassi nelle occupazioni lavorative e dei rialzi nel costo della vita, non permettendo un equilibrio ai cittadini che si trovano costretti a barcollare su un filo, spesso costretti a chiudere per sempre quelle saracinesche di attività costate anni di sudori e di sacrifici.