Inserire le prestazioni infermieristiche nei livelli essenziali di assistenza, anche con indicatori per confrontare e misurare i risultati dell'assistenza infermieristica a livello nazionale; superare l'esclusività degli infermieri dipendenti per ampliare l'offerta assistenziale al territorio; stop a modelli di assistenza basati su prestazioni limitate al caso specifico, sostituiti da modelli organizzativi per la presa in carico della persona e dei loro caregiver; un cambiamento radicale della formazione, con specializzazioni e percorsi universitari ad hoc in alcune aree: cure primarie e sanità pubblica; neonatologia e pediatria; salute mentale e dipendenze; intensiva e dell'emergenza; medica; chirurgica.


 

Queste alcune azioni che un panel di 46 stakeholder (23 infermieristici e 23 non), rappresentativi della sanità nazionale, hanno identificato, dopo l'analisi durata più di un anno condotta da tre gruppi di lavoro, sui temi da affrontare per dare impulso alla professione infermieristica e all'assistenza sanitaria: le nuove esigenze del Ssn; le strade per l'evoluzione della professione; la revisione del suo assetto formativo.

 

Sedici esperti, riuniti in un Panel di Giuria, hanno poi analizzato e sintetizzato il lavoro dei gruppi e identificato una serie di azioni che ora saranno sottoposte alle istituzioni e alla politica perché possano essere previste e realizzate.

 

L'iniziativa di disegnare il futuro della professione infermieristica nei prossimi 20 anni parte dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), che rappresenta in Italia 460mila infermieri iscritti all'Albo e ha appunto raccolto le loro richieste attraverso la consultazione pubblica degli "Stati generali" , con un preciso elenco di impegni rivolti alle istituzioni e alla politica, raccolti e analizzati in un "documento di consenso" (il Consensus Paper) sui principali cardini su cui si articolerà lo sviluppo della professione nella cornice di un rinnovato Servizio Sanitario Nazionale.


 

"Il tradizionale modello organizzativo è ormai inefficace per rispondere alle esigenze di salute della popolazione - spiega Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi -. Il nuovo paradigma sanitario si fonda sulla costruzione di reti di prossimità territoriale, determinando uno spostamento dei setting assistenziali dai luoghi tradizionali di cura, come gli ospedali, verso strutture territoriali più sostenibili e accessibili che possano favorire l'integrazione sociosanitaria e la continuità dei percorsi.

 

Alla luce di queste considerazioni si può comprendere come sia necessaria e naturale una evoluzione della professione infermieristica, dei relativi profili di competenza e dei ruoli agiti nelle diverse strutture sanitarie e dei percorsi formativi che possano accompagnare e stimolare questo cambiamento".