La Calabria dispone di condizioni naturali favorevoli per lo sviluppo delle energie rinnovabili: abbondanza di sole, venti favorevoli in certe aree, zone montane e corsi d’acqua che offrono possibilità idroelettriche. Nel 2022, le fonti rinnovabili hanno coperto oltre il 37 % dei consumi elettrici regionali, grazie in parte alla diffusione del fotovoltaico e delle centrali idroelettriche. Tuttavia, rispetto ad altre regioni, la Calabria è ancora in coda per densità di impianti e capacità installata. La regione contribuisce solo per il 2,8 % al numero totale di impianti fotovoltaici del Paese. In termini di diffusione per chilometro quadro, la Calabria registra valori tra i più bassi, così come la potenza pro capite installata.

Questa discrepanza tra potenziale naturale e realtà operativa è spesso definita come “buco nero delle aree idonee”, ovvero territori dove, pur compatibili con impianti rinnovabili, non si sviluppano progetti per mancanza di supporti, autorizzazioni o interesse economico.

Gli ostacoli alla trasformazione verde calabrese

Diversi fattori frenano la transizione energetica nella regione: Iter autorizzativi lunghi e complessi: la burocrazia, i vincoli paesaggistici e la sovrapposizione di competenze rendono tortuosi i processi di approvazione. Assenza di pianificazione territoriale coerente: zone idonee spesso restano inutilizzate per mancanza di mappe aggiornate o di criteri chiari su dove realizzare impianti senza contrasti ambientali. Costi e rischio d’impresa nei territori marginali: nelle aree più interne i costi di connessione e le barriere logistiche scoraggiano gli investitori. Conflitti ambientali e sociali: resistenze locali su uso del suolo, impatti visivi, tutela della biodiversità spesso ostacolano i progetti. Dipendenza dalle biomasse forestali non sempre sostenibili: in Calabria esistono impianti a biomasse forestali che consumano grandi quantità di legna, sollevando problemi di sostenibilità e equilibrio con ecosistemi boschivi. Infrastruttura elettrica da ammodernare: la rete regionale che trasporta energia ha bisogno di piani di sviluppo e potenziamento per accogliere i picchi di produzione verde.

Casi virtuosi che mostrano la strada

Non mancano esperienze in Calabria che indicano la possibilità concreta di progresso: Fattoria della Piana (Candidoni): un impianto fotovoltaico da 400 kW alimenta l’azienda agricola, riducendo costi e promuovendo autosufficienza energetica. Progetto agrivoltaico “Canalicchi” (Crotone / Scandale): un impianto fotovoltaico coesistente con attività agricola, con inseguitori monoassiali, permette di produrre energia senza sottrarre terra. Diffusione degli impianti fotovoltaici domestici: negli ultimi anni cresce la cultura del fotovoltaico residenziale come strategia personale per abbattere la bolletta e contribuire alla rete verde. Potenzialità idroelettriche e uso dell’acqua: la presenza di centrali idroelettriche storiche e la capacità di modulare risorse idriche offrono margini per migliorare l’efficienza e inserire nuove tecnologie di accumulo. Progetti legati alle comunità energetiche: anche in piccoli centri emerge l’idea di comunità che condividono energia rinnovabile, scambiandola localmente e riducendo perdite di rete.

Prospettive e strategie per una Calabria protagonista

Per trasformare il potenziale in realtà occorrono politiche attente e misure concrete: Semplificazione normativa e coordinamento istituzionale, per ridurre i tempi autorizzativi e chiarire ruoli tra Stato, Regione e Comuni. Zone idonee predefinite, con mappe vincolanti che delineino aree compatibili per parchi fotovoltaici, eolici e agrivoltaici, riducendo incertezza per investitori. Incentivi e fondi mirati per territori marginali, affinché regioni interne possano attrarre progetti senza un alto rischio d’impresa. Sostenibilità forestale e biomasse, regolamentando l’uso delle risorse boschive per evitare depauperamento e promuovendo filiere controllate. Digitalizzazione e accumulo energetico, per integrare sistemi smart grid e impianti di accumulo che compensino la variabilità delle fonti verdi. Coinvolgimento delle comunità locali, con progetti partecipativi, condivisione degli utili e impatti positivi sullo sviluppo territoriale. Formazione e cultura energetica, affinché cittadini, tecnici e amministratori possano operare con consapevolezza nei progetti verdi.

La Calabria vive oggi una fase decisiva: per non restare spettatrice della transizione energetica nazionale occorre trasformare un’enorme base potenziale in azione concreta. Le condizioni ci sono, basta la volontà politica, la rapidità operativa e la collaborazione con chi sul territorio vuole investire in un futuro più pulito.