Sanità calabrese al collasso: oncologici in lista d’attesa fino al 2026
Il Codacons denuncia una “sanità a due velocità” e diffida Regione e ASP: “Violati i diritti costituzionali, pazienti costretti a scegliere tra salute e reddito”

Il Codacons lancia un nuovo, durissimo allarme sulle condizioni della sanità pubblica in Calabria, denunciando l’abbandono sistematico dei pazienti oncologici da parte del sistema sanitario regionale. Il caso simbolo è quello di una giovane donna affetta da gravi patologie tumorali, alla quale è stata negata la possibilità di prenotare un’ecografia mammaria bilaterale: nessuna disponibilità per tutto il 2025 e nemmeno per il 2026. Una situazione che, secondo l’associazione, rappresenta solo la punta dell’iceberg di un sistema ormai al collasso.
Una sanità a due velocità: chi può paga, chi no rischia la vita
“Si sta creando una sanità per ricchi e una per poveri”, denuncia Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons. “Chi ha i mezzi economici accede subito alle strutture private, mentre chi non può permetterselo resta in lista d’attesa per anni, a rischio della propria vita”. Questa disparità, osserva l’associazione, configura una violazione grave dei principi di uguaglianza e solidarietà sanciti dalla Costituzione, trasformando il diritto alla salute in un privilegio riservato a pochi.
Privatizzazione mascherata e negazione dei diritti fondamentali
Il Codacons evidenzia come questa situazione favorisca una “privatizzazione strisciante” del sistema sanitario: l’impossibilità di accedere alle cure nel pubblico costringe i cittadini a rivolgersi al privato, con un chiaro vantaggio per interessi economici che nulla hanno a che fare con la tutela della salute. Si tratta, secondo l’associazione, di una violazione sistematica dell’articolo 32 della Costituzione e di un attacco frontale alla dignità umana, soprattutto per i soggetti più vulnerabili.
Diffida alla Regione e appello alla Procura
La responsabilità di questo fallimento ricade, per il Codacons, sulla Regione Calabria e sulle autorità sanitarie locali, accusate di non aver garantito i Livelli Essenziali di Assistenza. L’associazione ha già inviato una diffida formale alla Regione, al Ministero della Salute e all’ASP di Catanzaro, chiedendo interventi urgenti. In mancanza di risposte, verrà richiesto l’intervento della Procura della Repubblica e delle autorità di controllo nazionali ed europee. “Non si può restare in silenzio di fronte a una simile vergogna – conclude Di Lieto – la dignità umana e il diritto alla salute devono valere per tutti, senza distinzioni economiche.”