Secondo quanto dichiarato da Campitiello, la rapidità con cui si è potuto intervenire è stata resa possibile dalla rete capillare della Scorta Strategica Nazionale Antidoti e Farmaci (Snaf) e dalla sinergia tra tutti gli enti coinvolti. Gli alimenti più a rischio di contenere tossina botulinica sono le conserve casalinghe preparate sottovuoto, in olio o in acqua; i casi legati a prodotti industriali sono molto più rari. Per questo, è fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni per una preparazione e conservazione sicura degli alimenti.

Ruolo dell’Istituto Superiore di Sanità e del Centro Antiveleni

Il Ministero della Salute ricorda che l’Istituto Superiore di Sanità ha un ruolo centrale sia nella conferma diagnostica sui pazienti sia nell’analisi degli alimenti sospetti. Il Centro Antiveleni di Pavia, punto di riferimento nazionale, coordina le diagnosi lavorando in stretta collaborazione con medici d’urgenza, neurologi e rianimatori. La distribuzione degli antidoti salvavita è avvenuta rapidamente grazie al supporto del Deposito Cri Militare di Cagliari, della Marina Militare di Taranto, della Guardia Costiera di Napoli e dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma.

Una rete di emergenza distribuita su tutto il territorio

L’Italia dispone di un sistema di stoccaggio di antidoti e farmaci strategici diffuso a livello nazionale, in grado di garantire interventi tempestivi. Prefetture, forze dell’ordine, servizi 118 con elisoccorso e Croce Rossa collaborano costantemente per assicurare la massima rapidità nei trattamenti. Parallelamente, le indagini sui casi sospetti sono svolte dai servizi di igiene degli alimenti delle Asl e Ats locali, in coordinamento con il Sistema di allerta alimentare del Ministero della Salute.