MIUR: Invalsi, obbligatorio per ammissione alla maturità

Aver sostenuto le prove Invalsi durante l'ultimo anno scolastico - oltre all'alternanza e al requisito della frequenza scolastica e del profitto - è un elemento necessario per l'ammissione all'esame di Stato 2019/2020. E' la novità per la maturità di giugno 2020 contenuta nella circolare diffusa dal Miur. Si parla anche della reintroduzione della traccia di storia e dell'avvio del colloquio orale mediante l'analisi, da parte dello studente, dei materiali preparati dalla commissione, eliminando il sorteggio delle tre buste.
In realtà che le nuove prove Invalsi - reso note dal sito del Corriere della Sera - di quinta superiore dovessero diventare obbligatorie era già previsto dal decreto legislativo sulla revisione degli esami di Stato del 2017 previsto dalla legge sulla Buona Scuola, ma l'ex ministro dell'Istruzione Marco Bussetti l'anno scorso aveva deciso di rinviarne l'obbligo di un anno; ora dunque si è imposta l'applicazione, per evitarla era necessaria infatti una nuova norma che avrebbe dovuto modificare il decreto del 2017.
Fioramonti nel suo insediamento aveva esordito: "L'Esame non si tocca per 5 anni". Non sarà una riforma, ma qualche modifica è arrivata un mese prima di Natale. "Sono dei ritocchi, serve dirlo per non spaventare gli studenti - commenta Antonello Giannelli, voce dell'associazione nazionale presidi - Prove Invalsi obbligatorie? E' previsto dalla legge, solo l'anno scorso c'era stata una deroga. Le prove non servono a valutare lo studente, ma la salute del sistema scolastico nazionale. Per quanto riguarda le buste invece io ero a favore, garantivano pari opportunità di trattamento. Il ministro le ha ritenute ansiogene e le ha tolte".
Ma la novità più attesa dagli studenti per quanto riguarda la Maturità 2020 riguarda di certo l'orale. Fioramonti lo aveva annunciato già nei giorni scorsi partecipando ad una videochat di Skuola.net: sarà abolito il sistema delle tre buste. Non ci sarà più il sorteggio di materiali contenuti in una delle tre buste proposte dal Presidente della commissione d’esame, da cui far partire l'ultima prova d'esame. Il colloquio finale, dunque, prenderà avvio mediante l’analisi da parte dello studente dei materiali preparati dalla commissione d’esame in un’apposita sessione di lavoro, con la finalità di "verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera". Non tornerà neppure la tesina, l'approccio sarà comunque multidisciplinare ma "non sarà una roulette".