Quanto ci costano i politici calabresi?
In un periodo in cui ai cittadini si chiede di fare sacrifici, è naturale chiedersi se i politici non debbano essere i primi a rinunciare a certi privilegi

Quanto ci costano i politici calabresi con i loro stipendi e vitalizi? E soprattutto, è giusto continuare a pagarli in questo modo o è arrivato il momento di rivedere un sistema che appare anacronistico e poco sostenibile? La questione dei vitalizi in Calabria continua a sollevare polemiche, alimentando dubbi sulla loro opportunità in una regione che affronta gravi difficoltà economiche e sociali.
Secondo il Bilancio di previsione del Consiglio regionale per il 2025, la spesa destinata ai vitalizi ammonta a 8,27 milioni di euro, a cui si aggiungono 1,6 milioni di euro per le pensioni di reversibilità ai familiari dei consiglieri deceduti. Per il 2024, le cifre erano simili: 8,3 milioni per i vitalizi e 1,5 milioni per le reversibilità. A queste somme si sommano ulteriori costi, tra cui 2,3 milioni di euro per le indennità e i rimborsi dei consiglieri, 2,7 milioni per le spese relative all'esercizio del mandato, circa 600.000 euro per gli assessori esterni, 260.000 euro per il noleggio e l'esercizio di autovetture, 100.000 euro per il trattamento di fine mandato e 40.000 euro per l'assicurazione contro gli infortuni.
I politici non rinunciano a certi privilegi
Non vanno dimenticate poi le "strutture speciali", che pesano per 3,7 milioni di euro solo per il personale esterno, e il funzionamento dei gruppi consiliari, che richiede 247.000 euro, oltre a un milione per il personale.
In un periodo in cui ai cittadini si chiede di fare sacrifici, è naturale chiedersi se i politici non debbano essere i primi a rinunciare a certi privilegi. Il sistema dei vitalizi, nato per garantire una sicurezza economica agli ex consiglieri regionali, appare sempre più come un retaggio del passato, difficilmente giustificabile in un contesto in cui molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese. Non si tratta solo di una questione economica, ma anche etica.
È giusto che una regione come la Calabria, che lotta quotidianamente contro problemi strutturali, disoccupazione e servizi pubblici carenti, destini risorse così ingenti al mantenimento di un sistema di privilegi per la classe politica? Ogni euro speso in vitalizi e stipendi potrebbe essere utilizzato per migliorare la sanità, sostenere l'istruzione o creare opportunità di lavoro per i giovani.
Riformare il sistema per dare un chiaro segnale
Riformare questo sistema non è solo possibile, ma necessario. Altre regioni italiane hanno già intrapreso passi significativi per ridurre i costi della politica, e la Calabria non può rimanere indietro. Serve un segnale chiaro, un'azione che dimostri ai cittadini che la politica è pronta a condividere i sacrifici e a contribuire concretamente al rilancio del territorio. Il dibattito sui vitalizi deve diventare centrale nella discussione pubblica. Non è più accettabile che il tema venga relegato a una questione tecnica di bilancio.
È un'occasione per ripensare il ruolo della politica, il rapporto tra rappresentanti e cittadini e, soprattutto, per costruire un sistema più equo e sostenibile. La Calabria ha bisogno di cambiamenti profondi, e rivedere il sistema dei vitalizi può essere il primo passo verso una politica più responsabile e vicina alle esigenze della collettività.