Ponte sullo Stretto tra mafia, politica e silenzi: cinque procure indagano sugli appalti
Il M5S accusa il governo di ambiguità e chiede trasparenza: “Sul progetto troppe opacità, il rischio di infiltrazioni criminali è concreto. Se non ci sono garanzie, il cantiere va fermato.”

Le nubi sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina diventano ogni giorno più dense e preoccupanti. Secondo quanto segnalato dai parlamentari del Movimento 5 Stelle delle commissioni Trasporti e Infrastrutture di Camera e Senato, cinque procure italiane, coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia, hanno avviato approfondite indagini per far luce su un presunto intreccio tra mafia, ’ndrangheta e ambienti politici, con l’obiettivo di orientare e controllare gli appalti legati alla realizzazione del Ponte. Non si tratta più di semplici sospetti ma del rischio concreto di infiltrazioni criminali in uno dei progetti infrastrutturali più controversi del Paese e questo impone una riflessione urgente e trasparente. L’interesse della criminalità organizzata per i grandi cantieri non è una novità, ma il Ponte rappresenta un’occasione irripetibile per mettere le mani su una montagna di denaro pubblico.
La risposta politica
Di fronte a questo scenario preoccupante, la reazione del governo, e in particolare della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, appare debole e sfuggente secondo i parlamentari del M5S. Le sue dichiarazioni pubbliche, giudicate "oltremodo generiche" dai parlamentari pentastellati, non riescono a dissipare l’imbarazzo crescente attorno a un progetto che, più che un’opera strategica, sembra mantenuto in vita solo per assecondare le ambizioni politiche del ministro Matteo Salvini.
Trasparenza e legalità prima di tutto
La richiesta del Movimento 5 Stelle è chiara: serve un’immediata operazione verità. A partire dal caso che coinvolge il procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia, Michele Prestipino, indagato per la presunta rivelazione di notizie coperte da segreto istruttorio a soggetti legati al consorzio Eurolink e a Webuild. Non è solo questione di una possibile fuga di notizie, ma il segnale allarmante di un sistema relazionale opaco che potrebbe ruotare attorno all’opera. I parlamentari chiedono che il governo garantisca la massima trasparenza su tutti gli aspetti del progetto e blocchi ogni iniziativa se non accompagnata da garanzie di legalità e correttezza. Il Ponte non può trasformarsi nell’ennesimo affare per pochi, né diventare un’occasione di sfruttamento e danno ambientale per il Mezzogiorno. Se il governo non è in grado di garantire chiarezza, concludono i deputati e senatori del M5S, allora farebbe meglio a fermarsi.
La risposta della Lega
"I 5stelle insultano il Sud e le nostre forze dell'ordine: una grande opera pubblica produce lavoro, non criminalità. Chi vede infiltrazioni mafiose sempre e ovunque ha una visione distorta". Così i senatori della Lega in commissione Trasporti Tilde Minasi, Nino Germanà e Manfredi Potenti.