Il gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale si è riunito a Lamezia Terme per un confronto sulle recenti vicende giudiziarie e sull'attuale situazione politica della Calabria. In una nota ufficiale, i consiglieri hanno espresso piena fiducia nell’operato della magistratura, ribadendo la necessità di accertare le responsabilità nelle sedi competenti. Tuttavia, il gruppo ha chiesto con fermezza che anche la politica faccia la propria parte: «Il presidente Occhiuto valuti ogni misura opportuna, anche la sospensione dei dirigenti coinvolti, per salvaguardare l’immagine delle istituzioni e dare un segnale ai calabresi».

Responsabilità politica oltre quella penale

Nel corso della riunione, è stato sottolineato il principio secondo cui responsabilità politica e penale non coincidono. «La politica – hanno dichiarato i consiglieri dem – deve saper fare un passo avanti e assumersi le proprie responsabilità davanti ai cittadini». Il gruppo attende che il presidente Occhiuto venga ascoltato dai magistrati prima di presentare ulteriori richieste in Consiglio, ma giudica inaccettabile il silenzio: «Non si può far finta di nulla di fronte a fatti così gravi, che minano la fiducia dei cittadini nella Regione».

Una gestione fallimentare tra sanità, Pnrr e territorio

I consiglieri del Pd hanno definito un fallimento politico l'intera gestione Occhiuto, criticando duramente le riforme di Arrical, Azienda Zero e l’approccio alle grandi opere infrastrutturali. Tra le accuse più forti, l’abbandono del territorio sul fronte Alta Velocità, incendi, dissesto idrogeologico e aree interne. Ma è soprattutto sulla sanità che si concentra l'attacco: «Liste d’attesa interminabili, migrazione sanitaria fuori controllo e mancanza di programmazione seria per la medicina territoriale».

Il Pd ha puntato il dito anche contro la gestione del Pnrr in Calabria, definita una «storica occasione sprecata» a causa di ritardi, mancanza di visione e superficialità, a scapito del rafforzamento della sanità di prossimità. «La sanità non può diventare un privilegio per pochi – hanno dichiarato – ma deve restare un diritto universale».