Sit-in Ospedale Paola
Ospedale Paola

Questa mattina si è svolto un presidio davanti all'ospedale di Paola, in provincia di Cosenza, a cui hanno partecipato cittadini e una rappresentanza dei lavoratori Ladisa. Accanto ai lavoratori c'era anche l'Unione Sindacale di Base (USB) di Cosenza, che ha denunciato le comportamenti inaccettabili della società Ladisa, accusata di attuare pratiche vessatorie e di perseguitare i dipendenti che sono affiliati ai sindacati.

Secondo quanto dichiarato dall'USB-Confederazione provinciale di Cosenza, è grave anche la mancanza di controllo da parte dell'Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Cosenza, che, pur avendo un capitolato d'appalto solido a tutela dei lavoratori, non ha vigilato adeguatamente sul rispetto dei loro diritti e sulla qualità del servizio offerto.

L'USB chiede cambiamento di rotta

L'USB chiede dunque un cambiamento di rotta da parte della direzione generale aziendale, affinché, in qualità di stazione appaltante, intervenga per ripristinare la legalità nel contratto d'appalto, a beneficio sia dei lavoratori, che subiscono anche gravi danni retributivi, sia dei pazienti.

Inoltre, la denuncia continua anche sul servizio mensa. I pazienti e i loro familiari hanno segnalato frequentemente la scarsa qualità dei pasti, che vengono descritti come freddi, maleodoranti, acidi e dalla consistenza insolita. Questi problemi non sono esclusivi dell'ospedale di Paola, ma si ripetono in numerosi appalti di refezione scolastica e ospedaliera in tutta Italia. In molte strutture, come il Policlinico di Foggia e le scuole d'infanzia del comune di Torino, il marchio Ladisa è associato a logiche manageriali sfruttatrici che penalizzano sia i lavoratori che gli utenti del servizio.

Bandire una nuova gara

Infine, l'RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) ritiene essenziale aprire una discussione sulla necessità di bandire una nuova gara per il servizio mensa, risolvere le perdite economiche dei lavoratori e le violazioni esistenti, con particolare attenzione alla sicurezza. Propongono anche un modello organizzativo diverso, che preveda la creazione di centri di cottura distrettuali gestiti dalle cucine ASP Cosenza, piuttosto che un unico grande centro cottura. In questo modo, la qualità del servizio potrebbe migliorare e i cittadini dei cinque distretti territoriali della provincia potrebbero vedere riconosciuta la loro dignità.