La Calabria mostra oggi segnali di miglioramento sul fronte occupazionale, ma il cammino resta lungo. Il divario con le regioni più dinamiche d’Italia non si colma con piccoli incrementi. Serve una visione strategica, politica stabili e investimenti mirati per restituire speranza ai giovani, trattenere talenti e costruire una crescita inclusiva.

Dati recenti: qualche passo avanti

Secondo le ultime rilevazioni, il tasso di occupazione in Calabria si attesta intorno al 44-45%, con un incremento di circa un punto percentuale rispetto allo scorso anno. Questo risultato denota una lieve ripresa dopo anni difficili, caratterizzati da una forte disoccupazione; soprattutto il segmento degli over 50 presenta segnali positivi di crescita occupazionale. Anche nelle province calabresi si registrano numeri incoraggianti: località come Reggio Calabria, Vibo Valentia e Cosenza mostrano trend di incremento nei nuovi ingressi nel mercato del lavoro, specialmente nei settori legati al turismo, all’artigianato e ai servizi.

Il problema dei giovani e il divario con il resto d’Italia

Nonostante la ripresa, la Calabria rimane indietro rispetto alla media nazionale. Il gap occupazionale è significativo, con un numero elevato di persone inattive – cioè che non cercano lavoro né studiano – e una disoccupazione giovanile che supera di molto la media del resto del Paese. In particolare, tra i 15-24enni si registra un calo dell’occupazione e un aumento della disoccupazione, segno che le opportunità per i giovani restano scarse e precarie. Questo fenomeno contribuisce all'emigrazione interna ed esterna, con giovani qualificati che spesso lasciano la Calabria in cerca di prospettive migliori.

Fattori di fragilità strutturale

Dietro i numeri lievemente positivi si nascondono elementi critici che frenano lo sviluppo del mercato del lavoro in Calabria. Il tasso di attività – cioè la percentuale di persone in età lavorativa che sono “attive”, ovvero impiegate o in cerca di lavoro – è basso. Quasi metà della popolazione adulta potenzialmente attiva non partecipa al mercato del lavoro. Inoltre, la stabilità dell’impiego resta un problema: molte opportunità lavorative sono stagionali, precarie, con bassa trasformazione contrattuale, soprattutto nei territori più interni, dove le infrastrutture e i servizi sono meno sviluppati.

Opportunità e politiche da rafforzare

Per affrontare il problema dell’occupazione in Calabria, è necessario puntare su politiche attive che favoriscano: la formazione e il ricollocamento professionale, specialmente per i giovani; la valorizzazione dei settori in espansione come turismo, transizione digitale, green economy, agricoltura sostenibile; incentivi per le imprese che assumono con contratti stabili e che operano fuori dalle grandi aree urbane; investimenti in infrastrutture locali e servizi territoriali, per rendere più appetibili i territori interni e contrastare lo spopolamento. Alcune imprese e associazioni evidenziano che la Calabria può rilanciarsi se saprà integrare transizione digitale e green con il potenziamento delle competenze locali.