Nave Amerigo Vespucci
Nave Amerigo Vespucci

“Il mare calmo non ha mai fatto un marinaio esperto”, dice un vecchio proverbio. Ma un Vespucci super-finanziato può aiutare parecchio. La nave scuola Amerigo Vespucci, vera e propria icona galleggiante del tricolore, gira il mondo mostrando al pianeta quanto sia bello (e costoso) il Made in Italy. Ma dietro le parate, le uniformi inamidate e i ponti lustrati a specchio, si cela una domanda sempre più frequente tra i comuni cittadini: quanto ci costa questa meraviglia?

Il Vespucci Tour: 40 milioni di euro di orgoglio

Sì, avete letto bene. Il "Vespucci Tour", partito nel 2023 come ambasciatore del Made in Italy, costa ben 40 milioni di euro, di cui 30 milioni a carico delle casse pubbliche. Il resto? Lo mettono sponsor privati, felici di vedere il loro logo navigare al tramonto con la bandiera italiana.

Tra i finanziatori pubblici troviamo nomi altisonanti: la Presidenza del Consiglio, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero delle Imprese e persino il Ministero della Cultura. Perché la Vespucci non è solo una nave: è una metafora galleggiante dell’orgoglio nazionale. Ma... ci serve davvero in questo momento?

Mentre il Vespucci solca gli oceani, in Italia si resta a galla a fatica
Mentre la nave più bella del mondo saluta con la sua elegante prua i porti internazionali, in molte regioni italiane – la Calabria inclusa – i reparti ospedalieri arrancano, i treni vanno a gasolio e gli studenti fanno lezione con il cappotto in aula.

Sia chiaro: non ce l’abbiamo con il Vespucci. È bello, è nostro, e ogni italiano dovrebbe esserne fiero. Ma la dissonanza tra fondi trovati in tempo record per far viaggiare una nave e quelli “che non si trovano mai” per l’assistenza ai disabili, per le borse di studio, per la prevenzione degli incendi (che proprio in Calabria bruciano ettari ogni estate) è difficile da ignorare.

Una predilezione per la Calabria?

La Vespucci in Calabria ci viene spesso. Coincidenza? Strategia turistica? O c’è un amore segreto per il mare calabrese? Del resto, la Calabria vanta oltre 800 km di coste e una cultura marinara profonda, ma anche carenze infrastrutturali gravi. Vedere un simbolo così prestigioso attraccare a Vibo o a Reggio dà certo lustro, ma lustrini e bandiere non sostituiscono strade e ospedali funzionanti.

Un anziano in fila al CUP potrebbe chiedersi: “Ma per me il medico non c’è, però per la nave i soldi sì?”. La domanda, sarcastica ma legittima, riflette un senso diffuso di frustrazione.

Tra patriottismo e paradossi


Siamo quindi davanti a un paradosso tutto italiano: celebrare il passato glorioso e affascinante della nostra marineria mentre il presente affonda sotto il peso di problemi strutturali ignorati.

Perché sì, il Vespucci emoziona. È un simbolo, è bellezza, è fierezza. Ma lo è anche una scuola che funziona, un pronto soccorso efficiente, un paese che mette i suoi cittadini al centro. E allora la domanda diventa: serve davvero un simbolo in mezzo al mare se poi sulla terraferma naufraghiamo ogni giorno?

In conclusione: il Vespucci è un vanto, ma la realtà resta a galla per miracolo
Che la Vespucci sia un orgoglio è fuori discussione. Ma essere orgogliosi non significa essere ciechi. Forse è ora di bilanciare meglio le scelte. Tra una virata e una bandiera spiegata, ricordiamoci che la vera rotta da seguire è quella che porta benessere e servizi ai cittadini, e non solo applausi ai moli.

Perché una nave può emozionare. Ma è solo sulla terra che si costruisce il futuro. E la Calabria, come tutta l’Italia, di futuro ne ha bisogno. Più che di passerelle in uniforme.