Angelo Bonelli
Angelo Bonelli

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del dibattito politico e tecnico dopo le dichiarazioni del deputato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde. Secondo quanto riferito in una nota, il governo, rispondendo a un’interpellanza presentata dallo stesso Bonelli, avrebbe affermato — utilizzando il condizionale — che l’opera potrebbe essere “coerente con le linee guida Nato” e quindi rientrare tra le infrastrutture militari.

Implicazioni della classificazione militare

Una simile classificazione non sarebbe priva di conseguenze. “Se il governo decidesse di inserire il Ponte come opera militare”, spiega Bonelli, “allora l’intero progetto andrebbe rifatto da zero”. L’opera, infatti, è stata concepita finora come un’infrastruttura civile. Qualora venisse riconosciuta come di interesse militare, dovrebbe rispettare gli standard di sicurezza e carico previsti dalla Nato, in particolare quelli relativi alla Military Load Classification (Mlc), che impone criteri molto più severi rispetto a quelli adottati per i ponti civili.

I limiti tecnici dell’attuale progetto

Bonelli entra nel merito tecnico, sottolineando che il ponte, così come progettato, non ha mai preso in considerazione i criteri Mlc. Le valutazioni effettuate per strutture militari implicano carichi statici e dinamici notevolmente più alti, che richiedono un dimensionamento completamente differente. A questi problemi si aggiunge il dato sul franco navigabile del ponte, attualmente fissato a 65 metri: “Le maggiori portaerei del mondo hanno un’altezza di 80 metri. Il ponte, quindi, rappresenterebbe un ostacolo al passaggio delle navi militari”, denuncia il deputato.

Una richiesta diretta alla presidente del Consiglio

Alla luce della risposta del governo e dei rilievi tecnici sollevati, Bonelli ha inviato una lettera urgente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in qualità di presidente del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile). “Chiedo che non venga approvata un’opera con evidenti carenze progettuali e che non risponde agli standard richiesti per le infrastrutture militari”, conclude Bonelli.

Una questione politica e strategica

Il Ponte sullo Stretto, da sempre oggetto di acceso confronto tra favorevoli e contrari, si arricchisce così di una nuova dimensione: quella della compatibilità con i requisiti militari e strategici internazionali. Se confermata la volontà del governo di farne un’infrastruttura dual-use, civile e militare, sarà inevitabile un nuovo percorso progettuale, con costi, tempi e valutazioni tutte da riconsiderare.