Fabrizia, il borgo nelle Serre che guarda al mare Ionio
Tra montagna e tradizione, un comune dalle radici antiche con uno sguardo verso il futuro

Fabrizia è un piccolo Comune della provincia di Vibo Valentia, situato nell’entroterra montuoso delle Serre calabresi a un’altitudine di circa 947 metri sul livello del mare. Pur essendo immerso nella catena montuosa, il borgo detiene l’eccezionale peculiarità di essere l’unico comune delle Serre ad avere una vista sul mare Ionio, grazie alla sua posizione elevata e aperta verso est. Il territorio comunale si sviluppa su quasi 40 chilometri quadrati, con quote che variano dai 495 ai 1.276 metri. La sua distanza dal mare, pur rilevante in termini di altimetria, non impedisce ai suoi abitanti di guardare verso la costa, nella duplice vocazione montana e marittima che caratterizza il paesaggio.
Storia, origini e vicende amministrative tormentate
Le radici del borgo risalgono alla fine del Cinquecento, quando Fabrizia nacque come casale collegato al marchesato di Castelvetere sotto la signoria dei Carafa. In origine chiamato “Prunari” o “Cropanei”, fu eretto formalmente tra il 1590 e il 1591 e legato al ramo della “Spina” della famiglia Carafa che volle strutturare un insediamento solido in un territorio ricco di risorse forestali e agricolo. Nel corso dei secoli il comune ha sviluppato una fitta trama di vicende feudali, edifici nobiliari e organismi religiosi che testimoniano il legame con la storia locale.
Non sempre il percorso è stato lineare: negli ultimi decenni, il Consiglio comunale di Fabrizia è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, un episodio che segnò una fase complessa della vita amministrativa. Da allora, il comune ha vissuto un regime commissariale fino al ritorno alla gestione elettiva, con l’obiettivo di recuperare trasparenza, legalità e fiducia nelle istituzioni.
Società, economia e clima delle montagne
Gli abitanti di Fabrizia (chiamati fabriziesi o fabrizioti) vivono in una realtà montana che alterna tradizione pastorale e agricoltura di montagna. La densità demografica è contenuta: secondo dati recenti vive nel comune un numero di residenti variabile intorno a poche migliaia, con un profilo demografico che segnala un invecchiamento della popolazione e una lieve flessione nei numeri.
Il clima di Fabrizia è quello tipico dell’alta montagna appenninica di transizione: inverni rigidi con nevicate occasionali e estati miti ma non siccitose. Le precipitazioni annuali sono al di sopra della media regionale, specialmente nelle zone occidentali delle Serre, dove si registrano punte superiori ai 1.400–2.000 mm anno. In questo scenario diventano rilevanti le risorse idriche, con sorgenti come la “Gurna Nigra” nell’area del comune che contribuiscono alla ricchezza ambientale locale.
Arte, fede e tradizioni religiose viventi
Il tessuto culturale e religioso di Fabrizia si esprime nei suoi edifici sacri, nei riti centenari e nelle manifestazioni devozionali che mantengono una forte identità locale. La Chiesa matrice di Sant’Antonio da Padova e la Chiesa del Rosario, fondata nel XVIII secolo grazie al patronato dei Carafa, custodiscono elementi artistici e devozioni che legano il presente al passato. L’edificazione della Chiesa del Carmine risale al 1753, sostenuta da fondi locali, e con il tempo ha fatto parte dei rituali di fede popolare.
Tra le tradizioni vive nel paese, particolarmente sentita è la “tredicina” in onore di Sant’Antonio, celebrata dal 1° al 13 giugno con messe mattutine, inviti comunitari a tredici giovani e riti conviviali. Attorno a queste giornate ruotano antiche usanze: “li virginiadi”, il voto delle verginelle, le “raghatelle” come atto di penitenza o grazia, la preparazione dei cuzzupi dei fidanzati e il rito di lu majiu, con ramoscelli fioriti posti alle porte nel giorno di maggio a garanzia di buon auspicio. Questi momenti catturano lo spirito comunitario e raccontano una civiltà che intreccia sacro e quotidiano con memoria e identità.
Prospettive, sfide e futuro del borgo
Fabrizia guarda al futuro con la consapevolezza delle sue potenzialità e delle difficoltà che affliggono le comunità montane. Il calo demografico, l’attrazione verso le città costiere o i centri urbani, la necessità di infrastrutture moderne e la valorizzazione delle risorse naturali rappresentano le sfide centrali.
Tuttavia, il borgo può puntare sulla promozione del turismo ambientale e culturale, sulla valorizzazione dei suoi boschi, delle sorgenti e dei panorami che uniscono la vista del mare all’altitudine montana. Attraverso iniziative culturali, recupero del patrimonio storico e supporto alle attività locali si può costruire un modello di sviluppo sostenibile. Fabrizia è un luogo che non cerca di imitare le coste, ma aspira a essere ponte tra montagna e mare, custode di memoria e identità, con uno sguardo aperto verso chi vuole riscoprire una Calabria autentica.