La Calabria si è svegliata con la notizia di una nuova e importante operazione contro la ’ndrangheta. I Carabinieri del Ros, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, hanno arrestato 26 persone ritenute appartenenti alla cosca Piromalli, storicamente radicata a Gioia Tauro e considerata tra le più potenti della criminalità organizzata calabrese. Tra gli arrestati figura anche il boss Giuseppe “Pino” Piromalli, detto Facciazza, tornato in libertà nel 2021 dopo una lunga detenzione e accusato di aver ripreso le redini del clan.

Le parole del presidente Occhiuto

Sul successo dell’operazione, denominata “Res Tauro”, è intervenuto il presidente dimissionario della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che ha definito l’inchiesta “un segnale forte dello Stato” e “l’ennesimo pesante colpo inferto alla ’ndrangheta in questi ultimi anni”. Occhiuto ha sottolineato come la presenza delle istituzioni in Calabria non sia episodica, ma frutto di un impegno costante e coordinato.

“Ancora una volta lo Stato fa sentire con vigore la sua presenza nella lotta alla criminalità organizzata – ha dichiarato – e questa brillante operazione conferma che la strada intrapresa è quella giusta, per rendere la nostra una Regione moderna, efficiente e protagonista del proprio futuro”.

Sinergia tra istituzioni e forze dell’ordine

Nel suo intervento, Occhiuto ha ricordato come durante il suo mandato la Regione abbia scelto di lavorare fianco a fianco con magistratura e forze dell’ordine, rafforzando una collaborazione che ha permesso di colpire duramente la ’ndrangheta e di respingerne l’assalto al tessuto economico e sociale della Calabria.

Secondo il presidente dimissionario, la forza delle istituzioni risiede nella capacità di agire in maniera unitaria e determinata: “La sinergia costruita in questi anni – ha aggiunto – è stata decisiva per spezzare la rete di ramificazioni criminali e ridare fiducia ai cittadini”.

Una Calabria libera dalla paura

Il messaggio finale di Occhiuto è un appello alla cultura della legalità, che per lui non deve essere uno slogan, ma una condizione indispensabile per costruire una società equa e inclusiva. “La Calabria – ha affermato – merita di essere terra di lavoro, sviluppo e futuro, non di paura e sopraffazione. Solo garantendo sicurezza e giustizia potremo dare opportunità reali ai nostri giovani e rendere la regione protagonista del cambiamento”.

L’operazione “Res Tauro” segna dunque un ulteriore passo nella lotta alla criminalità organizzata, ma soprattutto lancia un segnale politico e sociale: la battaglia contro la ’ndrangheta resta una priorità per lo Stato e per le istituzioni calabresi.