L'idea di un ponte sullo Stretto pare esserci da sempre. Il desiderio di collegare la Sicilia al continente risale a tempi remoti. Già nel 251 a.C., il console romano Lucio Cecilio Metello avrebbe costruito un ponte di barche per trasportare elefanti catturati ai Cartaginesi. Nel corso dei secoli, l'idea è riaffiorata più volte: da Carlo Magno a Ruggero II, fino al governo di Bettino Ricasoli nel 1866, che affidò uno studio di fattibilità all'ingegnere Alfredo Cottrau.

Il Novecento e la nascita della Stretto di Messina S.p.A.

Nel 1981, il governo italiano istituì la società Stretto di Messina S.p.A., incaricata di progettare e realizzare il ponte. Negli anni successivi, furono elaborati vari progetti, tra cui quello del 2003, che prevedeva un ponte sospeso a campata unica di 3,3 km. Tuttavia, nel 2006, il governo Prodi sospese il progetto, considerandolo non prioritario.

Rilanci, sospensioni e polemiche

Il progetto fu rilanciato nel 2009 dal governo Berlusconi, con l'assegnazione dei lavori al consorzio Eurolink. Tuttavia, nel 2013, il governo Monti cancellò nuovamente l'opera per motivi economici e tecnici. Negli anni successivi, l'idea del ponte è rimasta al centro del dibattito politico, tra sostenitori e oppositori.

Il ritorno del progetto nel 2023

Nel marzo 2023, il governo Meloni ha approvato un decreto per riavviare il progetto, affidandone la realizzazione alla rinnovata Stretto di Messina S.p.A. Il ponte sarà un'infrastruttura sospesa a campata unica, lunga 3,6 km, con sei corsie stradali e due binari ferroviari. La struttura sarà progettata per resistere a terremoti fino a 7,5 gradi Richter e venti fino a 270 km/h.

L'avvio dei lavori previsto per l'estate 2025

Secondo le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, i lavori dovrebbero iniziare nell'estate 2025, con l'obiettivo di completare l'opera entro il 2032. Il costo stimato è di circa 13,5 miliardi di euro.

Un'opera tra speranze e critiche

Il ponte sullo Stretto di Messina continua a dividere l'opinione pubblica. I sostenitori lo considerano un'opera strategica per lo sviluppo del Mezzogiorno e per migliorare i collegamenti tra Sicilia e continente. Gli oppositori sollevano preoccupazioni per l'impatto ambientale, i costi elevati e il rischio di infiltrazioni mafiose nei cantieri.