La Calabria continua a vivere una crisi idrica che, anno dopo anno, diventa sempre più grave. In molte zone della regione l’acqua arriva a intermittenza, quando arriva, e migliaia di famiglie si trovano a convivere quotidianamente con turnazioni, razionamenti e disservizi. La mancanza d’acqua non è più un episodio occasionale, ma una condizione costante che mette in discussione un diritto essenziale.


Razionamenti e turnazioni nella vita quotidiana

Le città e i paesi colpiti ormai non si contano. Interi quartieri ricevono acqua solo per poche ore al giorno, mentre altre zone rimangono a secco per intere giornate. Le turnazioni decise dai comuni sono diventate l’unico modo per garantire una minima distribuzione a tutti, ma spesso non bastano: in molte località l’acqua non riesce neppure a raggiungere i piani alti degli edifici.

Di fronte alle mancanze più gravi, numerose amministrazioni si sono viste costrette a richiedere l’intervento delle autobotti della Protezione Civile. Si tratta però di soluzioni temporanee, che non risolvono un problema ormai radicato nel territorio.


Invasi vuoti e sorgenti in difficoltà

La carenza d’acqua ha una delle sue cause principali nel livello critico dei grandi invasi calabresi. Le dighe e i bacini artificiali, che rappresentano le principali riserve idriche regionali, si trovano da mesi molto al di sotto dei livelli necessari. Le piogge scarse e le estati torride non hanno permesso un adeguato ripristino delle scorte, e la situazione di alcuni invasi simbolo è diventata particolarmente preoccupante.

Anche molte sorgenti montane stanno soffrendo. La diminuzione della portata ha costretto gli acquedotti a ridurre drasticamente la produzione di acqua potabile, con conseguenze immediate sulle forniture alle famiglie.


Una rete idrica vecchia e inefficiente

Alla crisi climatica si somma la fragilità delle infrastrutture calabresi. La rete idrica regionale, in molte sue parti, è vecchia e malmessa. Le perdite lungo le condutture sono altissime: in alcuni territori quasi metà dell’acqua immessa non arriva mai nelle case, dispersa prima di raggiungere i rubinetti.

Gli interventi di riparazione, spesso eseguiti in emergenza, non sono sufficienti a compensare decenni di mancata manutenzione. Senza una sostituzione sistematica delle tubature più compromesse, il problema continuerà a ripresentarsi.


Clima, gestione e ritardi: una crisi annunciata

La Calabria paga oggi gli effetti del cambiamento climatico, con estati sempre più calde e inverni sempre più poveri di precipitazioni. Tuttavia, la crisi idrica non è solo il risultato di condizioni meteorologiche avverse. È anche il frutto di una gestione non sempre efficiente e di una pianificazione che, per troppo tempo, non ha considerato la sicurezza idrica come una priorità.

La mancanza di una strategia di lungo periodo, la scarsa manutenzione degli invasi, la dipendenza eccessiva da poche fonti d’acqua e l’assenza di impianti moderni per il recupero e il riuso delle acque emergono come elementi chiave di una situazione che era prevedibile, ma non è stata prevenuta.


Agricoltura e famiglie in difficoltà

Le conseguenze della crisi non si limitano alle case. L’agricoltura, settore fondamentale per l’economia calabrese, è tra le vittime più colpite. Le turnazioni irrigue riducono drasticamente la produttività dei campi, e molti agricoltori si trovano costretti a rinunciare a parte della produzione o a subire perdite economiche significative.

Per le famiglie, la quotidianità diventa complicata. Preparare i pasti, fare la doccia, lavare i panni o semplicemente affrontare una giornata normale si trasforma in una sfida. Molti cittadini denunciano di sentirsi trascurati e di vivere una situazione che, in un Paese moderno, non dovrebbe esistere.


Interventi attivati, ma la soluzione è ancora lontana

Negli ultimi mesi sono stati annunciati nuovi finanziamenti e progetti di potenziamento delle infrastrutture idriche. Alcuni lavori sono già in corso, altri sono stati programmati, e numerosi comuni stanno adottando piani di emergenza per garantire il minimo approvvigionamento.

Nonostante ciò, la percezione diffusa è che si tratti ancora di azioni insufficienti. Senza un intervento strutturale che affronti la questione nel suo complesso — dagli invasi agli acquedotti, dai sistemi di monitoraggio alla gestione centralizzata — la Calabria continuerà a rimanere vulnerabile.


Un’emergenza che chiede risposte immediate

La mancanza d’acqua in Calabria rappresenta una delle sfide più urgenti e complesse per la regione. La combinazione di fattori climatici, inefficienze infrastrutturali e ritardi amministrativi ha generato una crisi che incide profondamente sulla qualità della vita, sull’economia e sul futuro del territorio.

Superare questa emergenza richiede coraggio politico, investimenti seri e una visione chiara del futuro. Solo così si potrà garantire ai cittadini ciò che oggi sembra un privilegio, ma che dovrebbe essere un diritto elementare: l’acqua.