Bagnara Calabria
Bagnara Calabria

Se fosse un film, sarebbe una tragicommedia all’italiana: un Comune che tenta di evitare un credito milionario e un Tribunale che alla fine alza il sipario e dice “Paga e basta”. Non è fantasia, ma realtà: il Comune di Bagnara Calabra è stato condannato con sentenza n. 224/2024 del Tribunale di Reggio Calabria ad ammettere nella massa passiva la somma di € 1.323.068,13 a favore di Sorical Spa. (Fonte: Regione Calabria – Rendiconto 2023, Allegato 2)

Un milione e trecentomila euro che pesano come un macigno sul bilancio di un Comune già in dissesto e che diventano il simbolo di una gestione amministrativa segnata da valutazioni rivelatesi, alla prova giudiziaria, deboli e poco lungimiranti.

Dai conti all’aula di Tribunale: come siamo arrivati fin qui

Tutto nasce dalla Convenzione del 1998 con Sorical per la fornitura d’acqua. Negli anni le tariffe contestate si sono accumulate come sabbia in una clessidra, fino a diventare un muro di oltre 1,37 milioni di euro.

Nel 2019 la Commissione Straordinaria di Liquidazione approvò la delibera n. 8, escludendo il credito dalla massa passiva. Una scelta che all’epoca sembrava una vittoria, ma che avrebbe poi avuto un conto salatissimo.

Sorical non si è arresa e ha portato la vicenda davanti al giudice. Risultato: con sentenza del febbraio 2024, il Tribunale di Reggio Calabria ha ordinato al Comune di riconoscere e iscrivere 1,32 milioni nella massa passiva, oltre al pagamento delle spese legali.

Perché è un terremoto per le casse di Bagnara

Un bilancio già fragile: in un Comune in dissesto, ogni spesa imprevista pesa. Figurarsi oltre un milione.

Effetto domino: quando il denaro va a coprire vecchi debiti, inevitabilmente si riducono i fondi per scuole, strade, servizi. Credibilità in bilico: la vicenda trasmette un messaggio pericoloso ai cittadini: i conti comunali non sono così solidi da resistere all’urto di una sentenza. Costi aggiuntivi: oltre al credito, ci sono spese legali e interessi che aumentano il peso complessivo della condanna.

Satira amara: quando i debiti diventano cinema

È difficile non sorridere amaramente: questa vicenda sembra la trama di un film intitolato “Il Grande Debito”. Una pellicola in cui il protagonista, il Comune, tenta disperatamente di nascondere la polvere sotto il tappeto, finché arriva il giudice con il copione finale: “Sipario, ora si paga”.

Niente effetti speciali, ma la realtà di un’amministrazione che, come in certe commedie italiane, scopre che i conti non si cancellano con un colpo di spugna.

Cosa insegna questa storia

Le valutazioni amministrative devono essere più solide: escludere crediti senza fondamento rischia solo di rimandare il problema.

La trasparenza verso i cittadini è fondamentale: un debito così rilevante non dovrebbe emergere solo a sentenza definitiva.

Serve prevenzione, non rincorsa: contenziosi di questa portata si gestiscono con mediazioni serie, non con il “vedremo”.

La lezione per la Calabria

Il caso Bagnara Calabra è un piccolo grande specchio della condizione calabrese: debiti che diventano montagne, contenziosi che si trascinano per anni e sentenze che infine riportano tutto al punto di partenza, ma con interessi maggiorati.

Per i cittadini, la morale è amara: il Comune dovrà stringere ancora di più la cinghia. Per la politica, invece, è l’ennesimo segnale che non si può più giocare con i numeri.

Un debito di 1,3 milioni non è solo una cifra in bilancio: è il racconto di scelte deboli, di conti non chiusi e di un sistema che finisce sempre col presentare il conto, prima o poi. E a pagarlo, in ultima analisi, sono i cittadini.