L'Area marina protetta Capo Rizzuto
L'Area marina protetta Capo Rizzuto

La Calabria conta su un ricco patrimonio marino: coste che si affacciano sia sul Tirreno sia sullo Ionio, con fondali che alternano scogliere, praterie sommerse, grotte e spiagge, offrendo habitat preziosi per molte specie. In questo contesto, le aree marine protette e le riserve naturali costiere rappresentano un baluardo essenziale per la tutela della biodiversità. L’intento non è solo quello di creare zone off limits, ma di garantire una gestione compatibile che mantenga l’equilibrio ecologico del mare, impedendo che il degrado antropico comprometta la vita sottomarina.

La rete protettiva calabrese: Amp e parchi marini regionali

In Calabria spicca l’Area Marina Protetta Capo Rizzuto, una riserva estesa per circa 14.700 ettari che si sviluppa lungo un tratto dell’Ionio crotonese. All’interno del perimetro protetto si alternano zone a diverso regime di tutela, fino ad aree completamente interdette a ogni attività disturba­trice.

Accanto all’Amp, la regione ha promosso la creazione di una rete di parchi marini regionali che spaziano dal comparto della Riviera dei Cedri alla Costa dei Gelsomini, passando per Baia di Soverato, Scogli di Isca e i fondali tra Capo Vaticano e Pizzo-Tropea. Questi parchi operano in sinergia con le aree marine nazionali e con le designazioni Natura 2000 (Zone Speciali di Conservazione, Zone di Protezione Speciale), contribuendo a una strategia integrata di protezione del mare calabrese.

Come le aree protette proteggono la biodiversità costiera

Queste zone marine protette svolgono funzioni vitali: fungono da rifugio per specie minacciate, permettono la rigenerazione dei fondali degradati e favoriscono l’effetto spillover, cioè la dispersione di organismi protetti verso aree circostanti meno tutelate. Le praterie di Posidonia conservano ossigeno, stabilizzano i sedimenti e offrono rifugio a piccoli organismi, mentre le scogliere sommerse e le spaccature rocciose ospitano specie marine complesse. Specie come la tartaruga Caretta Caretta trovano in questi ambienti coste adatte alla nidificazione, e molti pesci di interesse commerciale beneficiano della protezione da pesca intensiva e ancoraggio indiscriminato.

Sfide e ostacoli locali

Tuttavia, la missione non è semplice. Le gestioni locali spesso mancano di risorse stabili, strumenti tecnici adeguati e personale specializzato. Le tensioni tra uso del mare e interesse ambientale emergono nei conflitti con attività tradizionali come pesca artigianale, turismo nautico o traffico marittimo che non sempre si adattano ai limiti imposti. I cambiamenti climatici aggravano la situazione: l’innalzamento della temperatura marina, l’aumento dell’acidità e l’arrivo di specie invasive mettono alla prova la resilienza degli ecosistemi marini pure protetti.

Esempi virtuosi e prospettive socioeconomiche

Non mancano casi in cui la tutela del mare ha generato valore. Alcuni parchi marini favoriscono immersioni guidate, snorkeling responsabile e visite subacquee, combinando fruizione e conservazione. Si organizzano attività educative per le scuole costiere, volte a rafforzare la consapevolezza ambientale. In numerose località, il mare protetto è diventato volano per il turismo sostenibile e la valorizzazione del paesaggio costiero, innescando filiere locali di economia blu. L’istituzione dell’Ente Parchi Marini Regionali ha contribuito a dare coesione alle gestioni, promuovendo progetti condivisi e misure comuni di tutela, controllo e comunicazione del patrimonio marino.

La presenza di aree marine protette e riserve lungo le coste calabresi non rappresenta solo una speranza per difendere la biodiversità, ma una scelta strategica per un futuro più equilibrato. Custodire il mare significa rispettare la ricchezza naturale che lo abita, offrire opportunità sostenibili ai territori costieri e dare un senso duraturo al rapporto tra comunità umane e ambiente.