Protesta trattori
Protesta trattori

Un fine settimana per incassare il consenso dei governi e un mese e mezzo per passare ai fatti

 

L'estremo tentativo della Commissione europea di fermare i trattori che continuano a marciare sulle strade del continente arriva a una manciata di giorni dal D-Day della riunione dei ministri dell'Agricoltura attesi il 26 febbraio a Bruxelles. Sul piatto dei dieci milioni di agricoltori europei, Ursula von der Leyen mette nuove deroghe agli obblighi da rispettare su colture e terreni per ottenere i fondi Ue e ispezioni dimezzate nelle aziende. Una marcia indietro che potrebbe non bastare ancora: a meno di quattro mesi dalle Europee, i Ventisette chiedono anche di rivedere la Politica comune europea appena riformata e attenuare la spinta del Green Deal. E, a margine del confronto politico che si preannuncia ad alta tensione, sono già almeno 1500 i trattori che hanno promesso di prendere d'assalto il quartiere europeo dopo aver messo a ferro e fuoco a inizio febbraio l'area antistante all'Europarlamento.

E a risaltare sono soprattutto le minori condizionalità per accedere ai finanziamenti diretti della Pac e il taglio fino al 50% delle ispezioni nelle aziende agricole

Con un atteso non paper inviato alle capitali, Palazzo Berlaymont delinea le prime possibili azioni da intraprendere per contribuire a ridurre gli oneri amministrativi che gravano sulle spalle degli agricoltori. E a risaltare sono soprattutto le minori condizionalità per accedere ai finanziamenti diretti della Pac e il taglio fino al 50% delle ispezioni nelle aziende agricole. Questo perché, sottolinea l'esecutivo comunitario, "l'insieme degli standard di base" che gli agricoltori sono chiamati a rispettare "si è rivelato difficile da implementare". Per questo - oltre al già approvato nuovo stop per tutto il 2024 all'obbligo di mettere a maggese il 4% dei terreni - la squadra di von der Leyen propone di modificare già entro metà marzo l'imposizione di mantenere le superfici di prati permanenti nell'Ue stabile rispetto ai livelli del 2018. Previste poi tutela dalle sanzioni per chi, colpito da siccità o inondazioni, non può soddisfare i requisiti della Pac. 

 

Tutte misure di semplificazione di breve termine che, scandisce von der Leyen fresca di ricandidatura, mostrano che l'Ue sta "mantenendo l'impegno preso" già a inizio febbraio. Anche se i governi, alle prese con le proteste interne, alzano l'asticella: lunedì i ministri chiederanno di riaprire alcuni "atti fondamentali" della Pac. Una sorta di rivoluzione di quella Politica agricola comune riformata nel 2021 che, con la legislatura in scadenza, non potrà essere lanciata nell'immediato. Ma che Bruxelles non esclude affatto di prendere in considerazione "sul medio termine". Con un occhio di riguardo soprattutto nei confronti degli agricoltori più piccoli. A rischiare di cadere sotto i colpi delle proteste contro le politiche green Ue in un futuro prossimo, è poi l'ammissione dei funzionari, potrebbero essere anche i regolamenti già adottati sul suolo, sulle foreste e sul ripristino della natura che già molto hanno fatto discutere.

 

La marcia dei trattori - nelle ultime ore mobilitati in gran numero nelle strade di Bratislava e Praga - metterà sotto pressione i ministri che, è la previsione degli sherpa, "insisteranno per ottenere risultati concreti". E se il presidente francese Emmanuel Macron è pronto a un faccia a faccia con il settore già sabato a Parigi, Bruxelles chiama a raccolta gli agricoltori online, annunciando l'avvio di una consultazione a marzo per raccogliere le indicazioni necessarie a presentare un'analisi "dettagliata" delle loro richieste "in autunno". Quando anche le urne avranno detto la loro.


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