Banco Alimentare della Calabria: la chiusura delle attività mette a rischio migliaia di famiglie.
La sospensione del Banco Alimentare della Calabria, causata dallo sfratto dai locali di Montalto Uffugo, mette a rischio il sostegno per migliaia di famiglie. L'arcivescovo di Cosenza-Bisignano lancia un appello urgente alle istituzioni.

La sospensione delle attività del Banco Alimentare della Calabria, annunciata a seguito dello sfratto dai locali di Montalto Uffugo, rappresenta un duro colpo per migliaia di famiglie calabresi in difficoltà. Questa realtà, che nel 2023 ha distribuito beni per un valore di circa 20 milioni di euro solo nella provincia di Cosenza, si trova ora costretta a interrompere il proprio servizio essenziale.
Un appello forte dall’arcivescovo di Cosenza-Bisignano.
Monsignor Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, ha espresso profonda preoccupazione per la situazione, definendo il Banco Alimentare “un bene che va assolutamente custodito”. In una nota, il prelato ha sottolineato l’urgenza di un intervento concreto, evidenziando come il Banco Alimentare rappresenti una rete fondamentale di solidarietà, supportata da parrocchie, enti, associazioni e istituzioni.
Secondo l’arcivescovo, in una terra come la Calabria, dove il tasso di disoccupazione è alto e il 42,8% della popolazione vive a rischio povertà ed esclusione sociale, è indispensabile trovare una soluzione immediata. “Non si tratta di fare miracoli – ha dichiarato – ma di assumersi ciascuno la propria responsabilità per garantire un supporto a chi ha fame.”
Un quadro drammatico per la Calabria.
La Calabria è tra le regioni più colpite dalla crisi economica e dall’inflazione galoppante, che nel Meridione ha generato oltre 600 mila nuovi poveri. Nella sola provincia di Cosenza, 244 strutture caritative operano per sostenere 130 mila assistiti, un dato che evidenzia la drammatica necessità del Banco Alimentare.
Una critica alle istituzioni: non si può rimanere indifferenti.
Il caso del Banco Alimentare di Montalto Uffugo è emblematico di un problema più ampio: la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni nei confronti delle fasce più deboli. È inaccettabile che una realtà così cruciale venga lasciata senza una sede operativa, mettendo a rischio il sostentamento di migliaia di famiglie.
Le istituzioni comunali, regionali e nazionali non possono restare indifferenti. La crisi del Banco Alimentare non è solo una questione logistica, ma un'emergenza sociale che richiede interventi rapidi e decisivi. Lasciare che una struttura di tale importanza chiuda significa voltare le spalle a chi, ogni giorno, lotta per mettere un pasto in tavola.
Un appello alla responsabilità collettiva.
Come sottolineato da monsignor Checchinato, è fondamentale che tutti – istituzioni, privati, fondazioni e associazioni – collaborino per trovare una soluzione. Il Banco Alimentare è un simbolo di solidarietà, ma soprattutto una risposta concreta alla povertà e all’insicurezza alimentare che affligge molte famiglie calabresi.