Biologico, la Calabria supera l’obiettivo Ue del 25%: tra le regioni leader d’Italia ed Europa
Il rapporto Ismea conferma la crescita del settore: più superfici, più aziende e più consumi. La Calabria tra le eccellenze nazionali

La Calabria si conferma tra le regioni capofila del biologico in Italia ed Europa. Con Toscana, Sicilia, Marche, Basilicata, Valle d’Aosta, Campania e la provincia autonoma di Bolzano, ha già superato l’obiettivo fissato dall’Unione Europea al 2030: il 25% della superficie agricola utilizzata a biologico. Un traguardo raggiunto con largo anticipo che premia l’impegno degli agricoltori calabresi e valorizza un comparto sempre più centrale nell’economia regionale.
Italia leader per aziende bio
Secondo l’anticipazione del nuovo rapporto Ismea “Bio in cifre”, presentata al Ministero dell’Agricoltura nella Giornata europea del Biologico, nel 2024 la superficie agricola bio in Italia ha raggiunto i 2,5 milioni di ettari, pari al 20,2% del totale nazionale. Crescono anche gli operatori, arrivati a 97.170, di cui oltre 87.000 aziende agricole.
Il biologico italiano si conferma un settore in continua espansione: +68% di superfici coltivate nell’ultimo decennio e +62% di operatori. Un primato che colloca l’Italia al primo posto in Europa per numero di aziende e al terzo per estensione delle superfici dopo Spagna e Francia.
Consumi in crescita e nuove sfide
La domanda interna mostra segnali incoraggianti: nel 2024 il valore degli acquisti domestici bio nella grande distribuzione ha toccato i 3,96 miliardi di euro, con un ulteriore aumento nel primo semestre 2025 (+10,6%). Una crescita più marcata rispetto al resto del comparto agroalimentare.
Il ministro Francesco Lollobrigida ha sottolineato che «il marchio biologico italiano sarà un segno distintivo di qualità e sicurezza», mentre il sottosegretario Luigi D’Eramo ha ricordato il forte impulso dato dal Masaf con misure e fondi specifici.
Calabria protagonista della transizione green
Per la Calabria il biologico rappresenta un asset strategico: dalle colture tipiche come l’olivo, la vite e gli agrumi, fino ai cereali e alle produzioni orticole, la scelta bio si intreccia con la tutela della biodiversità, la lotta alla desertificazione e la valorizzazione delle Dop e Igp regionali.
Il presidente di Ismea, Livio Proietti, ha evidenziato che «gli operatori bio sono sempre più giovani e innovativi, pronti a dare slancio a produzioni distintive». La Calabria, con il suo primato raggiunto, si presenta dunque come una delle regioni italiane più attrezzate per guidare la sfida europea sulla sostenibilità agroalimentare.