Filogaso, borgo sulle Serre calabresi tra storia, natura e tradizione
Un piccolo comune della provincia di Vibo Valentia che conserva identità viva e prospettive per il futuro

Filogaso è un comune situato nella provincia di Vibo Valentia, in Calabria, ad un’altitudine di circa 283 metri sul livello del mare. Il borgo si trova su un crinale naturale che divide il versante del fiume Mesima da quello dell’Angitola, in una zona caratterizzata da colline e foreste che si raccordano con le catene della Serre calabresi. Il suo aspetto è quello di un “filo di case” lungo il colle, da cui probabilmente trae origine l’etimologia “filo-gaso” o “filo di case”. Nella memoria locale talvolta si fa riferimento anche a un nome greco che significherebbe “terra amabile”, ma restano interpretazioni che guardano tanto al contesto paesaggistico quanto alle radici linguistiche e culturali del territorio.
Popolazione, amministrazione e ambiente
Il comune conta poco più di 1.300 abitanti, distribuiti su una superficie di circa 23,9 chilometri quadrati, con una densità abitativa moderata rispetto ad altri centri rurali della Calabria. L’amministrazione è guidata dal sindaco Massimo Trimmeliti, a capo del governo locale con una visione di valorizzazione e sviluppo del territorio. Il borgo rientra in una zona a elevata sismicità, aspetto che ha influenzato la storia edilizia e le strategie di sicurezza delle infrastrutture. Il patrono del Comune è Sant’Agata, celebrato ogni 5 febbraio, e la comunità locale mantiene vivo il legame con le tradizioni religiose e identitarie.
Storia antica, radici e memoria
Le origini di Filogaso affondano nella storia più antica della Calabria. Il suo insediamento, per quanto non sempre documentato in modo sistematico, è connesso al radicamento greco-italico e ai successivi passaggi storici che hanno attraversato la regione. Per lungo tempo il paese è stato parte della Contea d’Arena, e nei secoli ha condiviso vicende comuni ai comuni vicini. Voci tradizionali raccontano che parte dell’abitato fosse anche noto nei documenti come “Panaghia” o “Panagia”, riferimento alla presenza di antichi insediamenti religiosi dedicati alla Madonna, distrutti da terremoti che segnarono la storia delle Serre calabresi. Nel corso dei secoli, il paese ha dovuto affrontare calamità sismiche che rimasero nella memoria collettiva, segnando il paesaggio e spingendo la comunità a ricostruire e resistere.
Uno dei patrimoni nascosti del comune è il “Tesoro di Filogaso”, monete d’oro ritrovate nei primi decenni del Novecento, che testimoniano una vita civile, economica e mercantile già attiva in epoca romana. Oggi è possibile, passeggiando per il territorio, rinvenire conchiglie e resti di coralli fossili che ricordano l’antico mare che un tempo ricopriva queste colline. Anche una roccia locale, chiamata pietra “carcina”, è simbolo di questa memoria geologica: leggera e porosa, è stata reinterpretata negli usi popolari e nella decorazione di facciate e ambienti sacri.
Tradizioni, identità e vita comunitaria
I “filogasesi” partecipano con forte senso di comunità alle feste religiose del paese: la celebrazione di Sant’Agata, le funzioni dedicate al Carmine e le devozioni locali legate a San Francesco da Paola e altre ricorrenze costituiscono momenti centrali della vita sociale. La modesta architettura religiosa del paese – chiese parrocchiali, cappelle rurali – racconta con semplicità la devozione e la storia locale. In agro si scorgono resti di antiche chiesette, criptə e strutture rurali che vestono il paesaggio di memoria.
Filogaso vive oggi una condizione tipica dei borghi dell’entroterra calabrese: sfida demografica, difficoltà infrastrutturali e necessità di investimenti nei servizi. Ma la comunità ha un radicamento forte, una memoria viva e la consapevolezza che la valorizzazione culturale, ambientale e storica può offrire nuove strade. Paesaggio, tradizione, identità locali e un legame sincero con la natura sono risorse che possono stimolare progetti di turismo lento, agricoltura sostenibile e recupero del patrimonio.