Cletofestival 2025, cala il sipario sulla XII edizione
Migliaia di presenze, oltre 30 spettacoli e un forte messaggio civile: la cultura come azione concreta contro lo spopolamento dei borghi

Si è conclusa la dodicesima edizione del Cletofestival, che dal 19 al 21 agosto ha trasformato il borgo tirrenico in un crocevia di musica, cultura, arti e partecipazione. Un evento che ha registrato migliaia di presenze provenienti da tutta Italia, confermando ancora una volta la manifestazione tra i festival culturali più seguiti del Paese. A renderlo speciale non sono stati solo i numeri, ma l’atmosfera di comunità e la qualità delle proposte artistiche, che hanno consolidato la fama di Cleto come “borgo della cultura e della bellezza condivisa”.
L’impegno dell’associazione La Piazza
Cuore pulsante del festival è, da sempre, l’associazione La Piazza, guidata da Fabrizio Rasori e Carola Nicastro, che da quasi vent’anni porta avanti un progetto culturale di rigenerazione e cittadinanza attiva. Non a caso, il tema di quest’anno è stato “Azione”, intesa come risposta allo spopolamento, alla desertificazione sociale e all’abbandono culturale.
“Il Cletofestival non è solo un evento – hanno sottolineato gli organizzatori – ma un atto politico nel senso più alto del termine: costruire legami, dare valore a un luogo, rigenerare la comunità”.
Un programma ricchissimo
Il cartellone di questa edizione ha offerto oltre 30 spettacoli in tre giorni, tra giocolieri, performance artistiche, laboratori, reading, talk culturali e visite guidate. Le stradine del borgo si sono animate di famiglie, bambini, turisti e appassionati di cultura.
La musica ha avuto un ruolo centrale: piazza Aldo Moro si è trasformata in una pista da ballo sotto le stelle con i DJ set, creando un ponte tra generazioni. Il momento clou è stato il concerto del 21 agosto, “Un secolo di canzoni”, progetto esclusivo di Giovanni Gulino (voce storica dei Marta sui Tubi), accompagnato dal pianista Fabrizio Mocata e dal percussionista Mato Francesco Sciacca, che ha regalato al pubblico un viaggio intenso nella storia della musica italiana.
Un patrimonio per il territorio
Il Cletofestival non è solo intrattenimento: è azione civica e volano economico per l’intera costa tirrenica calabrese. Genera turismo, stimola le economie locali, crea contaminazioni culturali e, soprattutto, dimostra come la cultura possa essere la leva più potente per tenere vivi i territori e offrire alternative concrete all’abbandono.
La chiusura della XII edizione lascia dietro di sé entusiasmo e prospettive future. Gli organizzatori sono già al lavoro per immaginare nuove trame e nuove storie, perché, come recita una delle canzoni simbolo di Gulino: “Anche noi vorremmo più bellezza”.
Una bellezza che non si ferma
A Cleto, ancora una volta, la bellezza ha preso forma nella condivisione. E finché ci saranno giovani pronti a credere in questo sogno collettivo, il Cletofestival continuerà a risplendere come punto di riferimento culturale della Calabria e dell’Italia intera.