L’iter d’avvio è stato reso più difficoltoso dalla mancanza d’insegnanti: orario corto in moltissimi istituti e sistema di reclutamento da GPS in tilt in tutte le Regioni.


Il giorno di ripartenza della scuola, ufficioso e ufficiale, è stato il 14 settembre

Il grande sforzo estivo profuso da docenti e presidi nel corso dell’estate ha fatto sì che ripartissero poco più della metà delle scuole italiane: 4,5 milioni di alunni su un totale di 8,3.

Questa parziale ripartenza ha evidenziato, casomai ce ne fosse ancora bisogno, uno dei problemi più atavici che affliggono il sistema scuola: il reclutamento dei docenti.

Le GPS, graduatorie provinciali per le supplenze, si sono rivelate piene di errori tanto da essere oggetto di ricorso da parte di tantissimi aspiranti che hanno visto riconoscersi un punteggio minore rispetto a quello reale.

Tutto ciò ha prodotto un notevole ridimensionamento che ha costretto moltissimi licei ad adottare un orario molto ristretto: 8-11, in taluni casi si sono coperte le lezioni con l’aiuto di insegnanti di religione.

Mancano all’ “appello” tra i 140mila e i 160mila insegnanti.

Il primo dato che salta all’occhio è quello degli assunti in pianta stabile: su 84.408 posti finanziati dal Governo, ne sono stati stabilizzati solo 24.400 ovvero 60mila in meno.

Gli insegnanti che hanno ottenuto il pensionamento dal primo settembre scorso sono stati 39mila, dati certamente superiori alle previsioni del Ministero dell’Istruzione.

I cosiddetti precari Covid, assunti per un anno e licenziabili di fronte a un nuovo lockdown, non sono stati ancora quantificati ma dovrebbero rientrare nell’ordine di 50mila unità.

L’Associazione nazionale comuni italiani per voce di Loredana Poli, membro della Commissione Istruzione, dice: “Sono numerose le cattedre scoperte sull'intero territorio e le scuole stanno facendo fronte a situazioni difficili. Supplenze e sostituzioni sono un problema, e quest'anno la situazione è peggiorata”.

Dice Francesco Sinopoli, segretario Flc Cgil: “La riapertura delle scuole è stata il frutto del sacrificio dei presidi e docenti italiani, reso più difficile dalle incongruenze e impuntature della ministra. La verità è che se il Ministero avesse fatto le assunzioni per titoli in estate, oggi avrebbe trentaduemila insegnanti già a disposizione. Con il concorso straordinario di fine ottobre li avrà solo per il prossimo anno”.

Il quadro che ne viene fuori risulta estremamente frastagliato  e di difficile risoluzione a breve termine.

Si spera negli ulteriori sforzi di Dirigenti Scolastici  e docenti, ma la strada risulta sempre più impervia.

Di Cristiano Santucci