A Briatico non si era mai vista una fioritura di gigli di mare come quella che si sta verificando in questi giorni, una vera e propria distesa bianca di candidi fiori lungo la spiaggia. La località è quella solita, lungo le dune della spiaggia sabbiosa nei pressi del chiosco di bibite“da Natalina”, dei fratelli Carlo, Nicola e Rita Vita,ed ha richiamato numerose persone, gente del posto, turisti e curiosi. “Questo candido tappeto contrasta con il verde intenso ed i variegati colori dei frutti dei fichidindia. Uno scenario naturale che, unitamente al bellissimo mare al tramonto, diventa un vero spettacolo a cielo aperto, da non perdere... Questa è la nostra straordinaria Briatico." ci racconta Pino Albanese che tanto ama questi luoghi. Il rischio vero oggi è che questi fiori vengano estirpati per semplice gesto di curiosità o come souvenir, a tal proposito il luogo è stato fotografato, in lungo e largo e nei particolari, da Tommaso Prostamo, dal musicista vibonese Pino Puzzello e dallo stesso Pino Albanese, che, assieme all’Associazione dei Commercianti e dei Liberi Professionisti di Briatico, cercheranno di tutelarel’area interessata con iniziative di salvaguardia e di valorizzazione nel rispetto dell’ambiente naturale.Il giglio marino, detto anche fiore Pancrazio, è un fiore piuttosto raro ed è una specie protetta in alcune regioni italiane.Il giglio di mare appartiene alla famiglia delle amaryllidaceae è il bianco fiore sacro delle spiagge calabresi dove trova il suo habitat naturale crescendo spontaneo nella sabbia. È una pianta - infatti -  che cresce e fiorisce tra le dune dei litorali sabbiosi, tra i mesi di giugno e settembre, con dei candidi fiori bianchi che emanano per l'aria salmastra un profumo molto dolce. L’origine del nome deriva dall’unione dei termini greci pan (tutto) e krátos (forza), perché nell’antichità questa pianta dai contenuti alcaloidi potenti, ora considerata tossica, era utilizzata in medicina.Un racconto locale e mitologico è legato al ratto di Proserpina,racconta di quando «in un mattino sereno in cui il sole illuminava ogni cosa,Proserpina, in compagnia di altre ninfe, si divertiva a correre lungo la costa del vibonese, tra le spiagge di Trainiti di Vibo Valentia e quelle di Scrugli e Safò, a Briatico,tanto ricche di fiori di ogni tipo e colore ed anche di candidi gigli di mare. Le splendide creature ridevano, scherzavano, gareggiavano nel raccogliere i bianchi fiori per farneghirlande e adornarsi le vesti. Ad un tratto un terribile boato lacerò l'aria. La terra si spaccò e dal baratro balzò fuori, su un cocchio d'oro trainato da quattro cavalli neri, un dio bello e vigoroso ma dallo sguardo triste. Con le sue braccia possenti afferrò Proserpina e la trascinò con sé incitando i cavalli a correre velocemente».