I tecnici del Ris dei carabinieri di Messina, su delega della Dda di Catanzaro, stanno effettuando da stamani una serie di accertamenti sui luoghi teatro dell'omicidio di Bruno Lazzaro, di 27 anni, di Sorianello, avvenuto la sera del 4 marzo del 2018 in località Fago Savini, nel territorio a cavallo tra i comuni di Soriano e Sorianello, nelle Preserre vibonesi.
Il personale scientifico-investigativo dell'Arma, supportato dai militari della Compagnia di Serra San Bruno e da quelli del Comando provinciale di Vibo, sta operando per accertare eventuali altre responsabilità nel delitto per il quale è già stato condannato in appello il cugino della vittima, Gaetano Muller, di 22 anni, cui sono stati inflitti 16 anni di reclusione a fronte dei 30 del primo grado in abbreviato.










Gli investigatori, coordinati dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, starebbero, quindi, tentando di capire i contorni della vicenda alla ricerca di eventuali soggetti che possano portare il delitto ad essere ritenuto in qualche modo legato agli ambienti 'ndranghetistici locali, visto che ad oggi il movente è stato ricondotto alla sfera personale della vittima e del congiunto che si sarebbero invaghiti della stessa ragazza.

Bruno Lazzaro era nipote di Salvatore Inzillo (fratello della madre di Muller), a sua volta ucciso nel giugno 2017 a Sorianello. La famiglia Inzillo è ritenuta vicina al clan degli Emanuele. Lazzaro era anche cugino di Salvatore Lazzaro, il 23enne ucciso il 12 aprile 2013 a colpi di fucile mentre si trovava agli arresti domiciliari nella sua abitazione di località "Fago Savini".
Bruno Lazzaro era stato messo in guardia dalla ragazza che temeva per la sua incolumità in quanto Muller - che al processo ha confessato la propria responsabilità - era venuto a conoscenza della relazione fra i due.