Con ordinanza resa in data odierna, la Sezione Terza del Consiglio di Stato, in accoglimento delle tesi difensive della Regione Calabria, ha respinto l’istanza cautelare avanzata dal Comune di Catanzaro, tesa a ottenere la sospensione degli effetti della sentenza con cui il Tar Calabria, nel 2020, aveva riconosciuto la legittimità della riorganizzazione dell’assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali.

 

GALLO: «RIFORMA NECESSITÀ CONDIVISA»

 

«La necessità di cambiare e rivedere radicalmente quella che è stata definita riforma del welfare – dice l’assessore regionale al welfare, Gianluca Gallo – non è più solo il punto di vista mio e di quei pochi altri che apertamente si opposero alla sua introduzione, ma è ormai una necessità condivisa da tutti gli attori del terzo settore e dalla stragrande maggioranza dei sindaci calabresi, resa peraltro evidente dalle criticità emerse in questi mesi. Tuttavia, questo percorso di revisione, al quale non si intende e non si può oggettivamente rinunciare, dovrà avvenire senza mettere a rischio la tenuta e l’integrità del sistema, come è doveroso che sia a tutela dei cittadini e come anche la pronuncia del Consiglio di Stato, ora, impone».

 

«REGIONE HA OPERATO BENE»

 

«I giudici amministrativi - aggiunge Gallo - hanno sancito che la Regione, attraverso l’assessorato, ha effettivamente stanziato in favore dei Comuni, in misura congrua e sufficiente, le risorse destinate al funzionamento del sistema. L’auspicio è che da un lato riparta il confronto per una robusta revisione della cosiddetta riforma e che, dall’altro, i Comuni capiambito procedano tutti, senza distinzioni né ulteriori ritardi, a onorare i propri impegni, in particolare provvedendo subito alla liquidazione delle spettanze dovute alle strutture socioassistenziali che, in questi mesi, hanno continuato a garantire la puntuale erogazione dei servizi pur senza ricevere le dovute spettanze, in qualche caso con ritardi arrivati a toccare le 15 mensilità arretrate, a danno dei lavoratori e degli stessi cittadini utenti».