"Con la chiusura dell’aeroporto di Crotone, avvenuta a partire dal 1 novembre scorso, si evidenzia lo stato di isolamento per la città pitagorica e l’intera provincia. La decisione di Enac di tarpare le ali all'aeroporto di Crotone costituisce una battuta di arresto per la fascia ionica della Regione che spinge sullo sviluppo turistico" – lo afferma il presidente di Confapi Calabria, Francesco Napoli. L’intera rete dei trasporti - si legge nella nota stampa -  accusa gravi deficit e di questo soffre soprattutto un segmento economico come quello del turismo e del commercio. Oltre al personale per la gestione, la ricchezza generata dagli aeroporti riguarda anche i settori economici più tradizionali. L’impatto di un aeroporto si misura con l’indotto sul territorio, ma anche con le attività indirette come agenzie di viaggi, compagnie petrolifere, catering, compagnie assicurative. Non solo. Gli aeroporti generano anche un impatto sullo sviluppo di commercio, turismo e investimenti - sottolinea il presidente Napoli. La forte criticità doveva essere affrontate molto prima per evitare la chiusura. Prima si chiude e poi si pubblica il bando? In generale il successo dipende dalla capacità dello scalo di accogliere e collegare il più alto numero possibile di viaggiatori e destinazioni. In sostanza, bisogna investire nelle strutture aeroportuali dirette e indirette compresi i sistemi stradali. Ci sono tantissimi calabresi che viaggiano costretti ad arrivare a Roma o a Brindisi per raggiungere località vicine (come ad esempio l’Albania precisamente a Tirana dove studiano migliaia di calabresi) che potrebbero essere collegate direttamente da Crotone. – conclude Napoli - Auspico in un intervento di ottimi imprenditori nel rilancio di un aeroporto cruciale. La nostra organizzazione si impegnerà ai massimi livelli  con un tavolo tecnico per far fronte alla vicenda.