Guerra, tensioni sulle materie prime, inflazione e stretta monetaria si traducono in "una progressiva riduzione del Pil in termini congiunturali" e a luglio si stima un calo dello 0,6% su giugno e una crescita nulla nel confronto annuo".

Lo afferma l'ufficio studi di Confcommercio mette in risalto un 'preoccupante clima di incertezza' legato a molti fattori sostiene che "Non agevola le propensioni al consumo e all'investimento la crisi politica che stiamo vivendo nel momento in cui redigiamo questa nota".

A giugno, nonostante i saldi, l'indicatore dei consumi si ferma a +0,7% su base annua.

"I consumi rallentano, l'inflazione cresce, il conflitto in Ucraina continua e preoccupa la prospettiva delle restrizioni monetarie. - sottolinea il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - In questo contesto, la crisi politica rischia di ripercuotersi pesantemente su quella economica.

Serve, invece, la guida di Draghi e un'azione di governo sempre più efficace per gestire al meglio le risorse del PNRR, la legge di bilancio e le riforme strutturali che il Paese attende".