La Calabria non è "a misura di bambina", quelle bambine che si sono trovate ad affrontare l'emergenza Covid-19.
Lo dice l'XI edizione dell'Atlante dell'infanzia a rischio "Con gli occhi delle bambine" diffuso a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell'Infanzia e dell'Adolescenza da Save the Children.
L'Organizzazione internazionale ha messo sotto la lente d'ingrandimento i minori e le conseguenze della loro povertà, educativa e non, aggravata dall'emergenza Covid-19.

 

Il report


Il report Calabria, non certo lusinghiero, parla di un "limbo" in cui è intrappolato il 36,2% delle ragazze tra i 15 e i 29 anni rischia di ritrovarsi, entro la fine dell'anno, nella condizione di non studiare, non lavorare e non essere inserite in alcun percorso di formazione, rinunciando così ad aspirazioni e a progetti per il proprio futuro, contro il 34% dei coetanei maschi.
In Calabria, il 42,4% dei minori vive in condizioni di povertà relativa, attestandosi al primo posto di questa triste classifica.
Per quanto riguarda il "capitale umano", i dati mostrano un netto calo delle nascite.
In Calabria ci sono stati oltre 14 mila nati.
A ridurre il calo, solo l'incidenza dei minori con cittadinanza straniera.
Un nuovo elemento del report è l'aumento della povertà educativa come conseguenza della crisi legata al Covid-19 con fenomeni già ben presenti prima dell'arrivo del virus.
Basti pensare alla possibilità di frequentare un asilo nido o un servizio per la prima infanzia: nell'anno scolastico 2018/2019 solo il 3% dei bambini, dato più basso in Italia, aveva accesso a servizi pubblici offerti dai Comuni.
Anche nel percorso di crescita, gli indicatori di povertà educativa confermano una situazione difficile già prima dell'emergenza: il 19% abbandona la scuola prima del tempo, contro una media nazionale del 13,5%. E nel 2018-2019 il 63,8% di 6 minori su 10 tra i 6 e i 17 anni non leggevano neanche un libro extrascolastico all'anno (48% il dato nazionale nazionale), mentre il 30% dei bambini o adolescenti tra i 3 e i 17 anni non praticava alcuna attività sportiva (22,4% a livello nazionale).

Di Cristiano Santucci