L’opera, conservata nel Museo diocesano di Oppido Mamertina, presto in mostra a Parigi e Milano



La statua di San Sebastiano, opera di Benedetto da Maiano, lascerà presto la Calabria per solcare i confini d’Oltralpe.
Ne dà comunicazione Paolo Martino, direttore del Museo diocesano di Oppido Mamertina, secondo cui "il San Sebastiano è un vero ambasciatore di bellezza, messaggero del ricco e poco conosciuto patrimonio rinascimentale calabrese".
L'opera è stata richiesta congiuntamente dal direttore del Museo del Louvre Jean Luc Martinez e dal direttore del Museo del Castello Sforzesco di Milano, Claudio Salsi per essere esposta dapprima nell'ambito della mostra dedicata alla scultura italiana del Rinascimento "Il corpo e l'anima, da Donatello a Michelangelo" in programma al Louvre dal 22 ottobre 2020 al 18 gennaio 2021 e, in seguito, al Castello Sforzesco dal 5 marzo al 6 giugno 2021.
L’esposizione, centralizzando il tema della scultura in stretta interconnessione con le altre forme d’arte esistenti (pittura, disegno, oggetti d'arte), si propone di ripercorrere l’arte italiana della seconda metà del Quattrocento trovando il suo culmine nel Rinascimento con uno dei suoi maggiori esponenti, Michelangelo Buonarroti.
Nella lettera di richiesta è enucleata la volontà "di mostrare come sullo scorcio del '400 e in parallelo agli ideali espressivi e formali di Perugino e Raffaello, anche la scultura interpreti temi e personaggi sacri secondo forme di pacata, struggente dolcezza che esaltano la perfezione dei corpi e comunicano allo spettatore una rasserenante armonia, che supera nella contemplazione il pathos e il dramma del martirio e della sofferenza. Tra le rappresentazioni più significative è quella del San Sebastiano, che meglio di ogni altro si presta ad incarnare un simile ideale, particolarmente caro agli scultori fiorentini del tardo Quattrocento".
Pur essendo poco conosciuta e mutila in alcune sue parti, l’opera di Benedetto da Maiano, conservata presso il Museo d'Arte Sacra di Oppido Mamertina, è entrata recentemente a far parte del catalogo del maestro e restaurata nel 2004 dall'Opificio delle Pietre Dure.

Di Cristiano Santucci