Arriva dall’Università di Edimburgo uno studio che elogia lo sport del Golf: “The relationships between Golf and health: a scoping review”, un’indagine sul campo che mette in relazione il gioco del Golf congolf gli effetti benefici sulla salute.  “Ci sono prove a sostegno della tesi secondo cui chi gioca a Golf vive di più rispetto a chi non gioca, poiché i giocatori migliorano le capacità di movimento, i livelli di colesterolo, la composizione della massa corporea, il senso di benessere e il livello di autostima”, riassume il responsabile del progetto di ricerca scozzese, dottor Andrew Murray. Che aggiunge: uno studio particolarmente dettagliato realizzato in Svezia rileva che i giocatori di Golf vivono in media cinque anni di più rispetto a chi non gioca. E certo rispetto a chi non pratica altre attività o sport di evidente beneficio sulla salute”. La ricerca esalta ancora di più uno degli sport più antichi e praticati al mondo e che negli ultimi anni ha avuto un trend di crescita esponenziale e senza battute d’arresto, tanto che dopo oltre 110 anni il Golf è tornato ad essere annoverato tra gli sport olimpionici, il battesimo a Rio 2016, seguirà Tokyo 2020 e la speranza, come sostengono gli appassionati, è di vederlo protagonista alle Olimpiadi del 2024. Benessere fisico, il fair play che lo contraddistingue, gli ambienti naturali in cui i campi sorgono e che offrono momenti di relax e di evasione dalla routine quotidiana e i costi sempre più accessibili, rendono la pratica dello swing sempre più appassionante, richiamando soggetti di ogni età, tanti giovani ma anche molte donne. Ma a rendere ancora più interessante questo sport è senza dubbio il grande business economico che si muove intorno ma non solo, perché c’è molto di più. Dati recenti attestano il turismo sportivo come una delle più grandi opportunità degli ultimi anni che in barba alla crisi vanta un giro d’affari di 800 miliardi di dollari (il 10% dell’intera spesa turistica mondiale) e il Golf con: 70 miliardi di euro all’anno, 90 milioni di giocatori abituali nel mondo, 35 mila campi, di cui circa 7.000 in Europa, è considerato uno dei maggiori catalizzatori d’investimenti. La pratica del gioco del Golf e lo sviluppo di questo in termini di business significano soprattutto far entrare il Paese Italia nei contesti internazionali con un incremento del turismo estero, oggi più che mai l’Italia è vista come metà ambita. È del 2010 il disegno di legge relativo a «Misure per incentivare il turismo sportivo tramite la diffusione del gioco del Golf e la realizzazione di impianti Golfistici», presentato dall’allora Ministro del Turismo Brambilla, e che già ne mostrava le enormi potenzialità come attrattore del turismo internazionale e che ha avuto un’accelerata in questi ultimi anni data dalla situazione politica internazionale, soprattutto dell’area Mediterranea, che ha visto necessariamente metter da parte mete storiche come Tunisia, Marocco e Spagna a favore di altre.Le possibilità di sviluppo ed economiche che la creazione di poli Golfistici e di nuovi campi non sono sfuggite all’attenzione di alcune regioni, come la Sardegna e la Sicilia. Interessante è anche la proposta di legge presentata dal consigliere regionale della Calabria Orlandino Greco: “CALABRIA GOLF DESTINATION. Progetto turistico 365 giorni all’anno”, attualmente all’esame della commissione competente (http://www.consiglioregionale.calabria.it/pl10/71.pdf).