LA VICENDA ABRAMO PRINTING E KOMUNIKA SONO UN CAMPANELLO D’ALLARME


La situazione in Abramo Printing peggiora ulteriormente, oltre al terzo mese consecutivo in cui viene annunciato il ritardo dello stipendio, arriva la mazzata della cassa integrazione di luglio che non verrà pagata e i dubbi anche su agosto-settembre-ottobre.

Senza volere entrare nel merito tecnico della vicenda, tanto meno opporre una professionalità di facciata, pensiamo che nessuno possa volgere lo sguardo da un'altra parte e non prendere in seria considerazione ogni attività utile per la difesa dei posti di lavoro e la garanzia dei livelli occupazionali nella regione Calabria e per quanto ci appartiene nel territorio catanzarese.

La cosa sconcertante è che la Abramo annuncia a termini già scaduti di avere fatto richiesta di ulteriori 13 settimane di cassa integrazione, mentre il panorama generale sembra essere interessato solo dalle vicende della neo giunta del presidente Occhiuto, che si troverà a dover risolvere, magari con un tavolo di concertazione allargato la vicenda lavoro, dove Abramo Printing è solo un pezzo del problema.

Sempre rispetto alla vicenda Abramo Printing, ci chiediamo come può una società , oltretutto lasciata in mano di un amministratore delegato che di mestiere fa il liquidatore, e ad altri soggetti che non hanno nessuna competenza manageriale, comunicare ai propri dipendenti di essere in cassa integrazione quando la stessa Inps ancora non ne ha dato l’approvazione. Il dubbio che sale forte è come faranno eventualmente a pagare tutte queste mensilità se non verrà riconosciuta la cassa, se già hanno difficoltà a pagare mensilmente lo stipendio?

Un dato è certo, quello che ci è stato rappresentato, che gli operai sono allo stremo, al default familiare, e le istituzioni continuano a tacere.

Come se non bastasse si consuma, sempre nella galassia Abramo, un'altra vicenda aziendale al limite del dramma, come alcuni dipendenti ci hanno riferito e che vede protagonista l’azienda Komunika srl di Andrea Abramo, nata da un fitto di un ramo d’azienda nel gennaio 2021.

Ad oggi i dipendenti aspetta la cassa integrazione di luglio e agosto 2021, visto che la prima richiesta è stata respinta così come è stata rigettata la proposta di riesame e si profila un ricorso al TAR Calabria. Dall’altra parte di sono sempre gli operai, quei lavoratori che anche richiamati dalla ferie continuano a prestare servizio, pur sapendo che il 15 novembre p.v. si profila, così come annunciato il licenziamento di 16 unità.

Il presidente Occhiuto e tutte le componenti politiche di ogni livello insieme alle rappresentanze datoriali e sindacali svolgano una ricognizione per salvare i lavoratori delle aziende in crisi, visto che la Calabria non può permettersi il lusso di perdere un solo posto di lavoro, quello che diventa un monito ed un impegno che tutti devono e dobbiamo assolvere.

Così, Antonio Corsi, consigliere Gruppo Misto – Comune di Catanzaro