Una ferita profonda che non ha mai avuto modo di rimarginarsi quella della sanità calabrese, una realtà che, soprattutto a seguito dell’epidemia da Covid, ha svelato le sue numerose crepe.

È stato reso visibile oggi, sul sito dell’azienda ospedaliera di Cosenza, l’avviso integrativo per la formazione di un elenco di personale infermieristico da impiegare a tempo determinato per l’intero anno 2021. una richiesta che fa riflettere sulla condizione in cui si trova attualmente l’ospedale cosentino.

Era già stato reso noto l’ intervento del presidente dell’IPSAVI, Fausto Sposato, che ha svelato i numeri e le lamentele delle scelte compiute in merito alle assunzioni tra medici e infermieri non equiparate. “Un taglio assurdo del 60% alla nostra categoria” asserisce Sposato, al fronte dei 68 nuovi medici assunti e soltanto 40 infermieri, sui 98 proposti. “Serve poco inserire medici se poi manca la forza lavoro” ribadisce il presidente, sintetizzando quanto sia necessaria un’organizzazione interna più accurata e facendo luce su come il ruolo del corpo ospedaliero sia messo così in secondo piano rispetto a quello medico, che, per quanto indispensabile, necessita di un equipe di sostegno.

L’annuncio lavorativo che cerca di rimettere insieme un nuovo e più efficiente personale sanitario è, sicuramente, una rassicurazione nel voler migliorare quella che è tra le più grandi mancanze del meridione. Ciononostante, l’evidente precarietà contrattuale e la palese esigenza di personale data dall’emergenza Covid, lasciano trasparire l’ennesima rammenda calabrese. Attualmente i numeri delle terapie intensive e dei posti occupati nelle sale ospedaliere non creano allarmismi, questo non placa, però, l’angoscia datasi da una possibile nuova ondata, che piegherebbe ulteriormente la situazione economica e sociale che il nostro Paese sta affrontando.

Di Francesca Achito