“Nessun bambino dovrebbe essere discriminato per il proprio handicap e a tutti dovrebbe essere data la stessa possibilità di seguire i propri sogni”. Forti le parole di una mamma che ha voluto rompere il silenzio su alcuni episodi discriminanti avvenuti all’interno del Liceo Lucrezia della Valle di Cosenza.

In particolare, gli episodi denunciati riguarderebbero l’esclusione di alcuni ragazzi di accedere alle prime classi dell’indirizzo musicale, scartati dalla graduatoria senza una reale giustificazione. Una prima mancanza della scuola – da quanto viene segnalato dalla mamma – sarebbe stata la comunicazione del mancato accesso, avvenuta con largo ritardo, che dal 15 aprile è stata rimandata al 26 Aprile. Dei 64 alunni che avevano richiesto l’iscrizione all’Istituto, ne sono risultati idonei soltanto 54.

Una scelta dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria, dettata dalla decisione di non creare una terza prima, formando due uniche classi per il Liceo Musicale di ben 27 alunni. Scelta che sembra non essere congruente alle disposizioni precedenti al Covid, dove le classi erano – come di consuetudine – tre, non lasciando nessun alunno escluso. Il mancato accesso alle classi è stato giustificato con il fatto che “gli alunni che non hanno avuto accesso alla graduatoria non avevano le competenze adeguate nel suonare uno strumento”.

Il fattore più eclatante – sottolinea il genitore – è il fatto che dei 7 ragazzi con disabilità ne siano subentrati soltanto 2, scartando i restanti a priori. Questo poiché – secondo il Regolamento scolastico – ogni classe può seguire un massimo di un alunno con disabilità. Un atto discriminatorio che nega il diritto allo studio, che ha generato un forte malcontento tra i genitori che non possono accettare di vedere i sogni dei propri figli andare in fumo. Tra queste anche la mamma di uno dei ragazzi disabili: “Mio figlio suona la batteria, è costretto a seguire lezioni private”.

Una vicenda da cui traspare tanta indignazione ma anche tanta rabbia, che taglia le ali a chi ha un sogno lo scaraventa a terra, dovendosi accontentare di una scelta di ripiego che non permetterà agli esclusi il futuro che meritavano.