“Il momento è catartico. Atmosfera, grazie”. Con questo tormentone che precedeva la recitazione di ironiche “poesie catartiche”, divenute ben presto il suo marchio, Flavio Oreglio ha conquistato la notorietà in seguito alla sua partecipazione al noto show comico Zelig, in onda su Canale 5, generando un fenomeno di costume definito la catarticomania.

Sarà lui, il “poeta catartico” vestito di nero (dal ritrovamento casuale di una giacca nera nei camerini di Zelig per coprire una macchia sulla camicia di scena), che usciva con il leggio, colpiva rapidamente e si dileguava, il protagonista del quinto appuntamento, in programma venerdì 2 dicembre, alle ore 20,30, al Teatro “Rendano”, organizzato nell’ambito della 43ma Stagione Concertistica dell’Associazione “Maurizio Quintieri”, promossa in collaborazione con l'Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso.

Un’edizione che si caratterizza per una eterogenea proposta progettuale che coniuga più generi e stili, attraversando musica da camera, canto lirico, musica sinfonica, cabaret e balletto, frutto di una proficua e longeva collaborazione tra Giuseppe Maiorca, pianista e Presidente della “Quintieri”, e Lorenzo Parisi, violinista e direttore artistico dell’Associazione.

Nato artisticamente a metà degli anni ottanta nei cabaret milanesi, Flavio Oreglio è un personaggio poliedrico, dallo stile originale e uno degli artisti più versatili e completi del nostro tempo: laureato in Scienze biologiche con specializzazione in ecologia, appassionato insegnante di scienze e matematica (ha abbandonato la docenza per dedicarsi allo spettacolo), è pianista e chitarrista, cantautore ed appassionato di ragtime.

Per la Stagione della “Quintieri”, l’artista milanese propone un cabaret-concerto: “Brev Art”, recital catartico tra chiacchere informali e micro poesie (epigrammi), monologhi, canzoni e letture in un perfetto “musicomedians” ispirato alla scuola del cabaret originario.

Nello spettacolo Flavio Oreglio rende omaggio alla forza della scrittura breve (la “Brev Art”, come la chiama lui), con battute brevi, ma efficaci che nascondono sempre una sorpresa nel finale, arrivando a fare della “cortigrafia” una vera e propria arte.

Una comicità che unisce teatro, musica, sorriso e riflessioni.