Istat. Secondo una recente indagine, una persona su 5 ritiene che il proprio orientamento sessuale abbia costituito uno svantaggio nel corso della propria carriera lavorativa. Si ritiene anche uno svantaggio per ciò che riguarda la crescita professionale e l’avanzamento di carriera.

Si tratta di una fetta che ricoprirebbe il 26% delle persone occupate che hanno dichiarato in sede di lavoro di essere omosessuali, di aver avuto delle ripercussioni per ciò che concerne la carriera lavorativa.

Questo non comprende, fortunatamente, le condizioni di reddito, che non sembrerebbe essere intaccato dalle rivelazioni sul proprio orientamento.

Viene dichiarato, inoltre, che spesso si incorre in spiacevoli situazioni. 1 persona su 5, appartenenti alla comunità LGBTQI, dichiara di aver vissuto un clima ostile o un'aggressione a lavoro. Per le donne del 21,5% e per gli uomini del 20,4%.

Il 38,2% delle persone in unione civile, definite omosessuali o bisessuali, ha subito atti discriminatori - anche in altri contesti di vita - per motivi legati al proprio orientamento sessuale.

Tali dati sono risultati da un’analisi, Istat-Unar sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT nel 2020-2021.