Il dramma del Coronavirus ha posto in evidenza i limiti di una sanità
diseguale ed ingiusta. Non è più tollerabile che nello stesso Paese possano
coesistere sistemi sanitari come quello lombardo e sistemi sanitari come
quello calabro. Due modelli agli antipodi dove la corruzione vale per
entrambi ma dove l'efficienza dell'una è distante anni luce dal disastro
dell'altra. Tale disuguaglianza che porta con se stessa ragioni storiche,
ataviche, finanche antropologiche è stata accentuata negli ultimi due
decenni con l'incancrenirsi della lobby politica corrotta e corruttiva
delle Regioni alle quali è delegata la gestione della sanità. Ed è in
questo il cuore del problema. Non si possono avere venti sanità differenti.
Non si possono avere tanti ponti di comando. La sanità deve ritornare allo
Stato, deve ritornare ad un modello gestionale che elimini il cancro delle
"Regioni" e che possa essere il più lontano possibile dagli
appetiti famelici delle lobby della politica, che, soprattutto al Sud, sono
sempre più legate alle lobby dei faccendieri della corruzione e della
criminalità. Ed oltre ad eliminare le Regioni è necessario anche
riequilibrare la mano statale e pubblica finendo di arricchire e
finanziare la sanità privata accreditata a discapito di quella pubblica. E'
necessario riformare totalmente il sistema Sanità facendo tesoro di tutte
le difficoltà che la lotta al contagio del Covid-19 ha posto in evidenza
facendo emergere tutte le orride nefandezze che hanno interessato il mondo
della sanità in regioni come la Calabria. Sprechi di milioni e milioni di
euro, strutture completate e mai utilizzate, macchinari acquistati per
milioni di euro e poi fatti marcire ed arrugginire in scantinati e
magazzini. Scandali di ogni tipo. Acquisti di siringhe della stessa
fabbrica ad un prezzo in una Regione e al triplo in altre. Faccendieri e
riciclatori di denaro sporco che nella sanità hanno trovato la gallina
dalle uova d'oro. Rampolli di note famiglie di 'ndrangheta divenuti
proprietari e gestori di numerose cliniche private e strutture accreditate
non solo in Calabria ma in tante regioni italiane come nel Lazio e nella
tanto decantata Lombardia. Un ginepraio di interessi, affari, assunzioni
clientelari, carriere senza merito ed interessi illegali di ogni sorta. Non
sarà facile epurare un settore talmente inquinato ma sempre vitale ed
importantissimo per la comunità. Centralizzare il sistema con un solo ponte
di comando ed una direzione unica escludendo le Regioni potrebbe essere il
primo vero passo per un nuovo inizio. La pandemia del Covid-19 lo impone.
La salute e la vita di tutti prima di tutto. Prima di qualsiasi interesse
dei singoli, siano essi potenti politici o potenti criminali o potenti
lobby che finora come novelli Attila hanno distrutto tutto ciò che hanno
gestito solo per i loro sporchi tornaconti e per mantenere i loro immensi
privilegi.
Gianfranco Bonofiglio